I Gruppi di Acquisto Solidale di Bussolengo e Nogarole Rocca insieme a Bilanci di Giustizia di Verona (aderente al nodo di Verona della Rete Lilliput) ti invitano sabato 17 aprile dalle ore 14,30 a partecipare al mercatino “Barattando a Villa Buri”.
L’iniziativa si terrà a Villa Buri (Via Bernini-Buri, 99) a San Michele Extra di Verona e sarà un pomeriggio nel corso del quale tutti, grandi e bambini, baratteranno di tutto e di più. Ogni idea è ben accetta ..tranne i soldi.
A metà pomeriggio è previsto uno spuntino: ognuno porta qualcosa da mangiare insieme! Infine alle ore 17,30 avrà luogo un incontro sul tema: “Creare un Distretto di Economie Locali”. Interverrà il responsabile delle Reti di Economia Solidale Italiana, Mauro Bonaiuti.
Proviamo a scommettere su un nuovo stile di vita più vicino a noi e ai nostri bisogni.
PROGETTIAMO UN DISTRETTO DI ECONOMIA LOCALE
L’intento della manifestazione è di iniziare un dibattito intorno alla possibilità di costruire un distretto locale. Questo ha spinto gli organizzatori a scegliere come filo conduttore della manifestazione il tema del baratto, idea e prassi centrale per creare uno stile di vita diverso.
Un Distretto di Economia Locale: “L’isola che non c’era”. La nostra economia non potrà sempre continuare ad espandersi. il primo motivo rimane quello dei limiti biofisici del nostro pianeta, che abbiamo e stiamo sfruttando oltre misura. Dobbiamo svegliarci da questo sogno!
Bisogna essere coscienti che viviamo in un sistema molto delicato, lo si potrebbe identificare con una bolla di sapone, per farla esplodere basta poco, ma non si sa quando questo avverrà! La società in cui viviamo ha cercato di accrescere lo standard teorico di vita dei poveri, oggi, invece dobbiamo trasformare gli stili di vita nostri, bisogna imparare a vivere secondo una logica che riesca a riportare l’equilibrio del mondo verso una sostenibilità ambientale ed una giustizia sociale.
Viviamo in un mondo in cui i bisogni da soddisfare sono molteplici; alla fine diventa essenziale anche il superfluo. Resta essenziale migrare verso un mondo più caritatevole con se stesso, dove si diminuiscano le proprie necessità, bisogna provare a diventare più parsimoniosi, in particolare nel gestire i nostri bisogni materiali. Per raggiungere questo scopo è necessario cambiare il nostro rapporto con il denaro, a volte, infatti, in modo sottile, si instaura nelle nostre menti un bisogno di cose che dopo averle acquistate ci accorgiamo che sono superflue.
Abbiamo la sconvolgente abitudine di dare un valore a tutto, sia parlando di un bene materiale sia che stiamo pensando a qualcosa di spirituale. Vogliamo trarre sempre un profitto economico da quello che facciamo. Per alcuni accumulare denaro per trarne un profitto diventa una regola di vita a cui bisogna contrapporre un’altra scuola di pensiero. Dobbiamo cambiare le regole di questo gioco, dobbiamo ritrovare la fiducia reciproca, accettando gli errori che si possono commettere nel “giocare insieme”, come una possibilità di crescita.
Questo cambiamento è possibile! Uno dei modi proponibili è farlo all’interno di un “Distretto Solidale” cioè di una comunità i cui membri (privati cittadini e operatori economici) si scambino beni e servizi, dando al denaro un nuovo valore diverso dal tradizionale denaro contante. Andando oltre, il distretto potrebbe far ritrovare uno spazio per la cura di se stessi e ritrovare il piacere di dare.
E’ proprio necessario il baratto? In un mondo dove tutto è un frenetico agitarsi per vivere o sopravvivere, a secondo dell’ottica con cui si vedono le cose, è di sicuro laborioso far diventare questo sogno una realtà. La cosa più difficile è coinvolgere all’interno di questo movimento teorico i soggetti “non addetti ai lavori”, vale a dire le persone comuni, che a volte vedono tutta questa voglia di cambiamento come un inutile agitarsi, per i più esasperati è solo il mezzo per far riempire le tasche a qualcuno. E’ necessario trovare un modo pratico per coinvolgere più gente possibile in quest’avventura.
Nelle reti di economia solidale in altre parti del mondo, il baratto è usato con successo, perché non portare questa esperienza anche nella nostra realtà? Si ritorna così ad utilizzare il baratto come sistema di scambio affinché cambi il valore monetario di un bene, di un servizio o di una disponibilità di tempo. L’elemento centrale delle transazioni diviene il valore d’uso dell’oggetto di scambio (bene, servizio o prestazione), ovvero l’idoneità dello stesso di soddisfare i bisogni dell’individuo interessato allo scambio.
E’ necessario che queste transazioni siano basate sulla fiducia che scaturisce dalla relazione personale, in modo tale che l’essere umano torni al centro dell’attività commerciale e produttiva, primo passo per provare a creare un gruppo di persone che siano legate da qualcosa di diverso da un interesse economico.
Se poi a questo gruppo si aggregheranno anche delle associazioni, o altri soggetti economici che vogliono provare a dare forma ad una strada diversa questo non ci può che fare piacere.
Ma chi usa il baratto? Molti potrebbero essere scettici sull’uso di una forma così antica di scambio, ritenendola ormai sorpassata, specie nel mondo attuale dove a qualcosa da dare deve necessariamente corrispondere qualcosa da ricevere nella “giusta” proporzione, in caso contrario, ci si sente come “imbrogliati” dall’altro. Inoltre questa forma di interscambio è tacitamente usata, ma solo all’interno di alcuni gruppi, non è molto pubblicizzata; lo fanno i contadini quando devono cercare dei prodotti che non hanno e si rivolgono ad altri agricoltori; lo fanno alcuni gruppi di commercianti, se uniti da interessi comuni, quando non hanno il prodotto richiesto loro.
In che modo sarà sviluppata la manifestazione? Le forme di baratto o per meglio dire di scambio sono molteplici, ognuno ha in mente una propria idea ed una relativa proposta. La manifestazione vuole essere una fucina d’idee, per questo non ci saranno limiti alle forme possibili di baratto, rimane nostra unica intenzione bandire il denaro.
Sarà possibile fare ogni tipo di scambio, dando o meno un valore alla merce; per esempio un videoregistratore al posto di due pentole, od anche prendere l’oggetto che ti interessa ed in cambio la prossima volta rimane tuo obbligo portarne uno allo scambista. Si potranno scambiare: alimenti, oggettistica, proprie conoscenze, autoproduzione, propria disponibilità, abbigliamento, vecchi lavori ormai in disuso….e chi ne ha più ne metta.
Chi può esporre nello spazio dedicato all’ISOLA CHE NON C’ERA. All’interno della manifestazione ci sarà un angolo, totalmente gratuito, dove chiunque potrà farsi conoscere ed esporre le proprie idee, utilizzando materiale divulgativo proprio da mettere su dei cavalletti in un’area particolare denominata! “L’Isola che Non c’era”, nome che vorremo dare al nostro distretto.
Chiunque voglia può avere un suo piccolo spazio: chi si interessa di etica, di solidale, di biologico, i GAS, i bilanci, e così via fino ad arrivare a quelle realtà che sono interessate al DISTRETTO di Verona. Se poi una realtà, oltre ad esporre il materiale, voglia essere presente anche fisicamente durante la manifestazione, ben venga. Nostra speranza è che le realtà che si vogliano presentare lo facciano anche con qualcosa da barattare: che cosa? Profumi contro mele, telefonate contro un’ora di massaggi, delle porcellane contro la pulizia di casa… alla vostra fantasia la risposta.
Per informazioni: e-mail [email protected] oppure contatta Anselmo c/o la Coop.” La buona terra”: tel. 0456303434.