Società

TV: E’ UNA VERA DROGA, DA’ ASSUEFAZIONE E ASTINENZA. LA DIMOSTRAZIONE IN UNO STUDIO PUBBLICATO SU «LE SCIENZE»

[Milano • 26.02.02 • Adnkronos/Adnkronos Salute] Si rassegnino i proibizionisti: la vera droga sta nel salotto di casa e per vietarla non basta una legge. E' la tv, che secondo Robert Kubay e Mihaly Csikszentmihaly, esperti statunitensi di media e comunicazione, puo' diventare uno stupefacente in piena regola, capace di dare assuefazione provocando crisi di astinenza in chi vi rinuncia. Tracciati clinici alla mano, infatti, in un articolo pubblicato sul numero di marzo di 'Le Scienze', gli autori trasformano la parola 'videodipendenza' in una verita' scientifica.

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UN EURO DI TICKET SULLE RICETTE IN VENETO

[L'Arena • 2 marzo 2002] Venezia . Dall’11 marzo 2002 i cittadini del Veneto saranno chiamati partecipa re alla spesa sanitaria della Regione Veneto con una quota fissa di un euro per ricetta e una quota differenziata per due gruppi di farmaci (0,90 euro per quelli di fascia B1 e tre euro per quelli di fascia B2) . È uno dei provvedimenti indicati in una circolare inviata alle Usl dalla Giunta regionale.

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DAVID MARIA TUROLDO, UN UOMO INGOMBRANTE

[di Ettore Masina • 24.02.02] In “Poesie a Casarsa” Pierpaolo Pasolini ha un’immagine di straziante bellezza per indicare la inevitabilità dell’affievolirsi dei ricordi: Al ven sempri pì sidìn e alt / il  mar dai âins ( Si fa sempre più silenzioso ed alto il mare degli anni.

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VIVERE DA AMMALATI PER MORIRE IN SALUTE

[a cura di  LUCIANO VETTORE • Editoriale "Dialogo sui farmaci" n. 5 • Settembre-Ottobre 2001] Si potrebbe maliziosamente pensare che la definizione data nel 1948 dall’OMS della salute come "stato di completo benessere fisico, mentale e sociale" abbia avuto grande fortuna perché ha fatto coincidere la salute con un’aspirazione universale illusoria, ma anche frustrante perché di essa non si riesce mai a godere pienamente e, in ogni caso, si vive nel timore di perderla.

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TAGLI ALLA SANITA’ VERONESE: E’ POLEMICA

[di Ferruccio Pinotti • 18/1/2002] I tagli ai posti letto negli ospedali veronesi suscitano un duro scontro politico. Ieri sono infatti trapelati i numeri relativi agli interventi di riduzione che la Regione intende effettuare nel Veronese e nelle altre province venete.

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OMAGGIO A PADRE DAVID MARIA TUROLDO

[di Giuseppe Zambon ed Eliano Zigiotto • 21.01.01] Due ottobre, ore 17.00. Incontriamo padre David nella casa di don Adami. Pensavamo di averlo finalmente tutto per noi. Invece è di là, affaccendato come sempre: articoli, interviste e incontri, sempre tanti incontri con persone che vogliono anch'esse accoglierlo, ascoltarlo, parlargli un attimo. Ogni volta così. Poi appare sulla soglia e ritroviamo improvvisamente un uomo di 69 anni, rughe e acciacchi gli scavano il volto. Eppure è ancora lui, la voce che rumina e tuona è la stessa, inconfondibile, e ci rinfranca. E' stata una conversazione tra amici, ci ha ascoltato con pazienza e parlato con franchezza. Non volevamo noi fargli pesare troppo il tempo con i nostri eterni problemi. Ma è grazie a uomini come lui se la speranza è ancora viva tra questi giovani che affollano il sagrato della chiesa di San Zeno per ascoltarlo. E ascoltare le poesie dalla sua viva voce, la stessa sera, non è stato facile, troppo forte la commozione e l'impatto con le nostre coscienze. Nessun grido, stavolta. Soltanto un canto, ora amaro ora dolcissimo, che redime il tempo e lo salva dall'usura degli uomini. Abbiamo pensato di pubblicare integralmente l'intervista, come omaggio a Turoldo e a tutti i lettori che con noi condividono il suo biblico messaggio di speranza e di pace. Grazie, David.

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COSA NOSTRA SEMPRE PIU’ «NOSTRA»

[di Francesco Silvestri (Narcomafie) • 12.01.02] Intervista a Leoluca Orlando, docente universitario , fondatore della "Rete", intelligenza inquieta e paradossale, Leoluca Orlando ha vissuto come sindaco di Palermo gli anni bui delle stragi di mafia e poi, da protagonista, quelli della "primavera di Palermo". Stagione certo straordinaria, di grande impegno civile e morale, forse un po’ mitizzata, certo passata. Perché chi oggi si mette a parlare di mafia rischia di incontrare sguardi annoiati o quell’ascolto rassegnato e paziente riservato a chi rincorre fantasmi privati, a chi torna ossessivamente sullo stesso argomento.

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