Tre notizie, per riflettere sui diritti non riconosciuti; per dar voce a chi “non esiste” ma c’è; per non dimenticare il passato.
Roma
Nuova occupazione di migranti per il diritto d’asilo
12 ottobre 2004 – Questa mattina a Roma 150 etiopi ed eritrei hanno occupato un palazzo di proprietà del ministero del Tesoro, in via Collatina.
L’occupazione viene sostenuta da Action e organizzata dal Comitato dei rifugiati etiopi ed eritrei, che insieme hanno scritto in un comunicato: “A Roma c’è una grande emergenza umanitaria: ci sono troppe persone che non hanno un posto dove andare a dormire alle quali si sommano le persone che non possono lavorare per legge e quelle che attendono inutilmente una risposta alla loro domanda di asilo politico.
C’è bisogno dell’impegno di tutti gli enti preposti, a cominciare dal governo centrale, per affrontare quella che è una vera e propria emergenza umanitaria. In Italia non manca solo la legge sul diritto di asilo ma anche la capacità di accoglienza nel rispetto dei diritti umani e delle convenzioni internazionali.
Il comitato di rifugiati etiopi ed eritrei che ha occupato questa mattina il palazzo di via Collatina e l’associazione Action chiedono alle forze politiche ai movimenti sociali e alle istituzioni tutte uno sforzo straordinario per dare una risposta di dignità a chi è arrivato in Italia sperando di trovare amicizia, solidarietà e sostegno”.
Milano
Sciopero della fame per il permesso di soggiorno
11 ottobre 2004 – Da ieri alle 22, a Milano, è iniziato lo sciopero della fame e il presidio permanente in continuità e in supporto a quello fatto dagli immigrati del Comitato degli immigrati a Roma. Hanno iniziato lo sciopero tre migranti, Bogdan (dell’Associazione multietnica 2001), Edda, Paco (dell’associazione Todo cambia) e anche Emanuele e Ilaria dell’Arci. Lo sciopero serve a chiedere: “1) Il rinnovo immediato dei permessi di soggiorno bloccati in questura; 2) Il riesame dei permessi di soggiorno rigettati nell’ultima sanatoria; 3) La fine della clandestinità e i pieni diritti di cittadinanza per tutti; 4) La fine delle deportazioni e la chiusura dei centri di detenzione; 5) Il diritto all’asilo politico; 6) L’abolizione della Bossi-Fini senza il ritorno alla Turco-Napolitano e una nuova legge quadro sull’immigrazione”. Tutti i milanesi sono invitati a unirsi e ad andare a trovare gli scioperanti alla sede dell’Arci, in piazza XXIV maggio. Nella sede si terrà, martedì 12 ottobre, un’assemblea cittadina (ore 21).
Usa
Columbus day. Arrestati 200 pellerossa
11 ottobre 2004 (da www.misna.org) Oggi, negli Stati Uniti è ‘Columbus Day’, festa per Cristoforo Colombo e la scoperta dell’America, compiuta, secondo la tradizione, il 12 ottobre 1492; la ricorrenza, spostata per legge al secondo lunedì d’ottobre, è nota anche all’estero soprattutto per la grande parata che ogni anno si svolge a New York, a volte anche con rappresentanti politici italiani.
A Denver, nello Stato del Colorado, qualcuno però nello scorso fine-settimana, ha “guastato la festa”: 230 pellerossa sono stati arrestati per aver tentato di interrompere una sfilata più piccola e meno famosa ma analoga a quella di New York, allestita da organizzazioni di italo-americani. “Colombo, primo terrorista d’America”, “C’eravamo prima noi”: innalzando cartelli di questo tenore, circa 600 persone, indiani d’America e loro sostenitori, avevano inscenato una manifestazione di protesta pacifica; in altri poster, Colombo veniva presentato come “selvaggio” e la sua scoperta veniva considerata premessa di un “genocidio”.
Gli arresti sono stati eseguiti sulla base di accuse di “vagabondaggio” e ” mancato rispetto di una legittima ingiunzione”, quella cioè di desistere dalla protesta. Fu a Denver che il “Columbus Day” venne festeggiato per la prima volta nel 1907 ed è per questo motivo che da una quindicina d’anni gli indiani d’America fanno campagna contro la ricorrenza. “Siamo qui per protestare contro i pochi razzisti che si ostinano a onorare Colombo” ha detto l’attivista pellerossa Russell Means specificando che la protesta non intende avere contenuti anti-italiani.
Adam K. Becenti, docente universitario di origine Navajo, ha aggiunto che la protesta intende correggere una convinzione sbagliata molto diffusa tra gli americani; e cioè che prima di Colombo, in territorio americano non c’erano altri esseri umani. Secondo dati del “Bureau of Indian Affairs”, i “natives” in territorio statunitense (pellerossa e autoctoni dell’Alaska) sarebbero circa un milione e mezzo, distribuiti in 562 tribù “federalmente riconosciute” e 32 villaggi in Alaska, “proprietari” di circa 25 milioni di ettari di terra, “amministrati” però da Washington.
Su segnalazione del Vicenza Social Forum