Libri. Immigrazione: spunti per riflettere e conoscere

LIBRI. IMMIGRAZIONE: SPUNTI PER RIFLETTERE E CONOSCERE

L’argomento immigrazione è negli ultimi anni al centro del dibattito politico e sociale. Anche in libreria l’offerta di libri sull’argomento è ricca e interessante, con testi che spaziano dal contenuto storico, all’analisi sociologica del fenomeno, sino agli interventi di filosofi, teologi e uomini di opinione. Di seguito vi indichiamo alcuni libri recentemente pubblicati.

Maurizio Ambrosini
«Richiesti e respinti»
Ed. Il Saggiatore (20 euro)
Le migrazioni sono antiche quanto l’umanità. Esodi di intere popolazioni, movimenti di singoli e gruppi, scambi commerciali, colonizzazioni pacifiche e invasioni cruente hanno costruito la storia delle civiltà. Oggi, nuovamente, le migrazioni sono tra i fattori più visibili e controversi di cambiamento delle nostre civiltà. Nelle città, nel mercato del lavoro, nelle aule scolastiche, nei circuiti delle attività illegali, avvengono sostituzioni e mescolanze di vecchi e nuovi protagonisti. La percezione diffusa è quella di uno sconvolgimento dell’ordine sociale. Ma in che misura si tratta di una percezione fondata? L’analisi dell’autore non concede spazio all’indulgenza verso le predicazioni xenofobe correnti, né alla sottovalutazione dei complessi problemi di trasformazione che la migrazione pone. “Richiesti e respinti” è un atto di accusa al deficit etico-politico con cui la classe dirigente (e la società in generale) fronteggia questi problemi, e insieme una piattaforma di proposte e azioni concrete grazie alle quali imprimere una svolta nei comportamenti fin qui adottati.

Luca Einaudi
«Le politiche dell’immigrazione in Italia dall’unità ad oggi»
Ed. Laterza (28 euro)
L’immigrazione è divenuta, in Italia, oggetto di un dibattito pubblico solo alla fine degli anni Settanta, quando la politica ha intrapreso i primi incerti tentativi di regolarizzazione del fenomeno attraverso una legislazione in grado di conciliare la necessità di un controllo da parte dello Stato con le aspirazioni dei migranti e la domanda di lavoro proveniente dalle imprese e dalle famiglie. Gli anni Novanta hanno assistito a una forte politicizzazione del dibattito, con l’introduzione di nuovi argomenti, dalla esigenza d’integrazione alla devianza, ai rapporti internazionali sempre più complessi con l’Unione europea da un lato e i paesi di origine dall’altro. Su un lasso temporale straordinariamente ampio, che dal 1861 arriva fino a noi, Luca Einaudi ricostruisce le evoluzioni economiche, demografiche e giuridiche del fenomeno immigrazione in Italia e lo inserisce nel quadro degli aspri dibattiti che hanno influenzato le politiche di accoglienza.

Antonello Mangano
«Gli africani salveranno l’Italia»
Ed. Bur (9.50 euro)
Tra la fine del 2008 e l’inizio del 2010 Rosarno è balzata all’attenzione dei media per ben due volte. Sfruttati, ammassati in baraccopoli, emarginati e spesso aggrediti, in un crescendo di tensione e violenza i migranti lottano per il diritto al lavoro ma anche per quello alla vita. In un comune commissariato per infiltrazioni mafiose, la voce degli africani è l’unica a levarsi con forza contro le ‘ndrine, e a far paura al sistema. Antonello Mangano, con un’analisi storica ed economica, spiega come e perché siano proprio gli stranieri a reagire dove gli italiani si sono abituati ad accettare, vittime del racket e delle intimidazioni. Secondo Mangano, saranno gli immigrati a salvare Rosarno e forse l’Italia: “Non hanno un tetto, non hanno soldi, vivono in condizioni limite. Al Nord non trovano lavoro, ma un clima di razzismo. Al Sud la situazione è spesso disumana. Indirettamente, in modo forse non cosciente, la loro è una reazione alla mafia, a una situazione che la mafia contribuisce a produrre”. Una tesi coraggiosa, che spiega come le ribellioni di Rosarno siano soprattutto una lotta alla ‘ndrangheta, che può dare la spinta a un Paese da troppo tempo rassegnato alla malavita.

Raffaele Nogaro
«Ero straniero e mi avete accolto»
Laterza (14 euro)
“Vorrei che la mia Chiesa oggi fosse sempre più una Chiesa di frontiera, protesa verso i bibisogni dell’uomo, non di vertice. Significa stare in mezzo alla gente comune, non essere
chiusa tra quattro mura, in una curia dorata, inaccessibile ai più, perché la frontiera è fuori dal tempio. La frontiera si sa – è sempre stata un luogo esposto, un confine che sta lì per essere attraversato e andare verso nuove terre, luoghi a volte sconosciuti. La frontiera è sempre stata il luogo degli arrivi e delle partenze. È il luogo dell’imprevisto, dell’inedito. È il luogo dell’originale. In definitiva, è la meta agognata, è il luogo dell’uomo sempre nuovo e sempre in attesa di una patria. È questa la Chiesa di frontiera che io sogno di vedere, una Chiesa sempre in cammino e, nello stesso tempo, artigiana della pace: non solo della pace dei cuori, ma anche della pace che passa attraverso l’azione politica”.
Vescovo di Sessa Aurunca e poi di Caserta, Raffaele Nogaro ha reso servizio per 26 anni in una delle terre più difficili e contraddittorie del nostro paese, la Campania. Con passione, in
queste pagine racconta e al tempo stesso denuncia il suo Sud, senza tirarsi indietro di fronte ai temi più scottanti, dall’immigrazione clandestina alla diffusa illegalità, dal recente caos della spazzatura al dramma del lavoro, assente, nero, precario, dal malgoverno della politica collusa con la camorra agli errori e ai silenzi (troppi) della Chiesa.

Vladimiro Polchi
«Blacks out»
Laterza (15 euro)
20 marzo 2010. Ore 00.01. È il caos, anzi la paralisi. I cantieri edili si fermano di colpo. Chiudono le fabbriche. L’industria manifatturiera spegne le macchine. Vuoti i mercati ortofrutticoli. Restano abbandonati i grandi campi di pomodori in Puglia. Nelle grandi città, la metà dei muratori parla romeno. In Abruzzo, il 90 per cento dei pastori è macedone. In Val d’Aosta, a fare la fontina sono i migranti: nei trecento alpeggi della regione, gli italiani sono meno del 10 per cento. In Emilia Romagna, tra gli addetti al Parmigiano Reggiano, uno su tre è indiano. I lavoratori stranieri sono decisivi nella produzione del prosciutto di Parma, della mozzarella di bufala a Caserta, del Brunello di Montalcino e dei vini doc nella provincia di Cuneo. E ancora: chiudono ristoranti, alberghi e pizzerie. Tra le famiglie si scatena il panico: scompaiono badanti, colf e babysitter. È boom di ricoveri d’anziani e disabili negli ospedali. La sanità è in tilt: quella privata, dove lavorano quasi centomila infermieri stranieri, e quella pubblica, che si avvale del loro lavoro tramite cooperative e piccole società di servizi. Si fermano i campionati di calcio, basket e pallavolo. Molte parrocchie restano senza prete. Tremano le casse dell’lnps. Quale catastrofe si è abbattuta sull’Italia? Nessuno se la aspettava. Eppure, quei manifesti erano apparsi ovunque. “Blacks Out. 20 marzo, ore 00.01”. Di colpo erano scomparsi. Tutti. Lo sciopero degli immigrati paralizza il paese.

Enzo Bianchi
«Ero straniero e mi avete ospitato»
Bur (7.80 euro)
Questa è una lunga riflessione sul tema dell’ospitalità. Spinto dall’urgenza di affrontare i fenomeni dell’immigrazione e dell’integrazione, di quotidiana e spesso drammatica attualità, Enzo Bianchi cerca nell’Antico e nel Nuovo Testamento risposte complesse e non condizionate da facili pregiudizi. È etico, infatti, accogliere qualcuno senza potergli fornire casa, pane, vestiti e, soprattutto, una soggettività e una dignità nel nostro corpo sociale? Partendo dal presupposto che l’accoglienza è altra cosa dal soccorso in caso di emergenza, e ricordando che i cristiani sono stati nella storia “stranieri e pellegrini” che hanno dovuto subire la diffidenza, l’ostilità e addirittura la persecuzione, Enzo Bianchi analizza la condizione dello straniero per riscoprire le origini dell’ospitalità al pellegrino, dell’apertura al viandante, che sono al centro dell’etica cristiana. Lo straniero è, sull’esempio dell’episodio biblico di Abramo alle Querce di Mamre, una figura da accogliere ma anche, come lo è stato il popolo di Israele in Egitto, una figura capace di metterci in discussione, un occasione per interrogarci su noi stessi, la nostra cultura, la nostra verità, un momento per riflettere sul significato della attuale convivenza civile e quella delle generazioni a venire.

Paola Corti
«Storia delle migrazioni internazionali»
Ed. Laterza (12.00)
Docente di Storia contemporanea all’Università di Torino, Paola Corti ripercorre la storia delle migrazioni internazionali, dalla mobilità territoriale dell’ancien régime e le migrazioni coatte del colonialismo fino alla “grande emigrazione” e alle più recenti diaspore della società globale, analizzando i ruoli che in tempi diversi hanno svolto i protagonisti dell’esodo.

«Storia dell’emigrazione italiana: 2 voll. arrivi e partenze»
a cura di Pietro Bevilacqua, Andreina De Clementi, Emilio Franzina
Ed. Donzelli (39 euro)
L’emigrazione italiana nel mondo ha rappresentato uno dei tratti più peculiari e caratteristici dell’intera storia italiana contemporanea. Se è vero che molti altri paesi hanno conosciuto e conoscono flussi migratori di grande portata, è difficile trovare altri esempi, come quello italiano, così intensi, così a lungo distribuiti nel tempo, così variegati per provenienza territoriale e sociale, così diversificati per luoghi d’arrivo. A ben vedere, è la storia intera del nostro paese in età contemporanea ad aver ereditato dal fenomeno migratorio i suoi più essenziali caratteri. L’opera si articola in due volumi: “Partenze” e “Arrivi”. Il primo volume analizza in particolare le motivazioni, le strategie individuali, i contesti famigliari e comunitari da cui trasse origine, nel corso del tempo, la scelta migratoria; esso definisce i quadri statistici complessivi, individuando l’apporto delle singole realtà regionali al fenomeno nel suo complesso, e qualifica le differenti “ondate” che hanno caratterizzato il fenomeno, definendone i differenti flussi. Nel secondo volume più di quaranta studiosi analizzano, area per area, le peculiarità e i caratteri del variegato e mutevole insediamento all’estero di italiani. Le fasi immediatamente seguite all’arrivo, l’arco di vita delle prime generazioni e lo stratificarsi, fuori d’Italia, di quelle via via succedutesi nel tempo sono analizzate in ciascun dei paesi in cui gli immigrati arrivarono e si stabilirono.