30.06.07 – Valeggio sul Mincio (Vr) – «Terraemoti – culture in festa»/1

Il festival di musica e cucina etnica «Terraemoti – culture in festa» raggiunge quest’anno il traguardo della quinta edizione. Forte della qualità delle scelte musicali portate avanti in questi anni e del crescente consenso di pubblico, l’associazione culturale humus ha deciso per il 2007 di spostare l’evento dalla suggestiva cornice del castello scaligero alla piazza centrale di Valeggio sul Mincio, luogo senz’altro più aperto e più fruibile anche dalla locale cittadinanza. L’edizione di quest’anno si concentra sull’aspetto ‘etnico’ ristretto entro i confini italiani: le musiche e le culture enogastronomiche da scoprire non saranno quelle di luoghi remoti del globo ma piuttosto quelle tradizionali di alcune regioni d’Italia, in particolare Puglia e Veneto. Per la prima volta in cinque anni, Terraemoti focalizza l’attenzione sul “mondo in casa nostra”, alla varietà e alle differenze tra le diverse zone della nostra penisola, e ai fenomeni contaminazione e ‘meticciato’ a cui le dinamiche della globalizzazione danno nuova enfasi.

Sabato 30 giugno sul palco di piazza Carlo Alberto saliranno gli Uaragniaun, gruppo nato ad Altamura nel 1978 da che ripropone criticamente le canzoni popolari della tradizione pugliese. Protagonisti e fondatori sono Maria Moramarco, Luigi Bolognese e Silvio Teot. Una lunga ricerca sul campo spinge Maria ad interpretare e a presentare il vasto repertorio di canti del sud dell’Italia e, in particolare, della Murgia barese e della Puglia, terra meridiana, di confine con le antiche civiltà mediterranee. Canti a distesa, tarantelle, canzoni d’amore, tammurriate, canti di lavoro, balli e ritmi della grande musica popolare Meridionale, trovano una nuova dimensione musicale in un mix che mette insieme tradizione e innovazione. Attraverso il recupero degli strumenti tradizionali il gruppo elabora soluzioni musicali di grande respiro che valorizzano ulteriormente le straordinarie capacità vocali della Moramarco, ormai riconosciuta come una delle voci più orginali del sud Italia. Il gruppo si è esibito in numerose rassegne di world music in Italia e all’estero, annoverando preziose collaborazioni con Ambrogio Sparagna, Daniele Sepe, Rocco De Rosa, Piero Ricci, Otello Profazio, Ermanno Olmi, Raffaele Nigro, Bianca Tragni. L’incontro con il polistrumentista Nico Berardi ha ulteriormente aggiunto, grazie all’uso di strumenti molto particolari con sonorità antiche come zampogna, quena, sikus, charango ecc., ulteriori e non snaturanti colori ad un universo sonoro già incredibilmente originale.

Domenica 1 luglio sarà invece la volta dei veronesi Folkamazurka, gruppo nato nel 2000 dall’incontro di quattro musicisti interessati al mondo della musica popolare. L’ensemble ha inizialmente allestito un repertorio incentrato prevalentemente sulla musica per danza popolare del Veneto e dell’Italia Settentrionale, recuperando danze e canti della tradizione veronese, alternati ad alcuni brani del cosiddetto “liscio popolare”: valzer, polche, mazurke e scottish, ai quali ha cercato di restituire l’originaria freschezza attraverso l’uso di strumenti acustici e di arrangiamenti rispettosi della struttura musicale originaria. Il progetto di rivisitazione e recupero delle tradizioni musicali veronesi è infine sfociato nel recente allestimento dello spettacolo Campanar del Diaolo, che si avvale della straordinaria partecipazione di Paolo Martini alla fisarmonica e di Giuliana Bergamaschi alla voce. Attraverso la rilettura del patrimonio musicale veronese, lo spettacolo riporta in vita il sapore e il profumo della memoria, le atmosfere scanzonate, la saggezza da tramandare ai giovani e il ricordo della fatica di vivere dei soli frutti della terra. Uno spettacolo in grado di coinvolgere differenti generazioni restituendo agli anziani le immagini e le emozioni di un tempo e indicando ai più giovani la fresca semplicità delle cose perdute. Svelando sonorità inaspettate e ancora vitali, coinvolgenti per la freschezza degli arrangiamenti, lo spettacolo si snoda veloce sottolineato dalla voce narrante di Mauro Dal Fior che evoca con nostalgia gli interpreti tradizionali – il Minci, Arturo Zardini – e il mondo contadino, i suoi riti e i suoi miti. Tra il pubblico alcuni ballerini sottolineano, con il movimento, il filo melodico che si snoda tra canti d’emigrazione, antiche ballate e la gioiosa musica delle feste sull’aia.
Nel 2001 il gruppo ha realizzato assieme a Grazia De Marchi e ad alcuni musicisti del Canzoniere Veronese il CD di musiche e danze della tradizione veronese “Che canta o che no canta…”, cui ha fatto seguito l’allestimento dello spettacolo “Canti della nostra storia”. Nel 2002 ha partecipato al festival di musica popolare del Veneto “Ande bali e cante”. Nel 2003 si è esibito al Busker Festival a Ferrara, a festival Isolafolk a Suisio e alla rassegna internazionale Concertiscaligeri 2003 di Verona. Nel 2004 ha partecipato al Bal d’Europe di Gennetines (F) e a Bellinziona (CH), al ventennale dei Vox Blenii. Lo scorso anno ha partecipato al Reno Folk Festival, alla rassegna Concertiscaligeri 2005 con il nuovo spettacolo sulla musica tradizionale veronese, e ad altre rassegne di livello internazionale.

I concerti iniziano alle 21.30, mentre dalle 20 sarà possibile degustare alcune tra le pietanze tipiche delle tradizioni venete e pugliesi, preparate dai cuochi dell’associazione humus e servite nel vicino spazio del cortile della canonica. L’ingresso alla manifestazione è gratuito. Info sul sito internet www.associazionehumus.org