29.06.2014 – Sezano di Verona (Vr) – Presentazione del libro «L’uomo che disse no a Hitler» di Francesco Comina

Al monastero del Bene comune di Verona (Sezano) la grande storia dell’oppositore al nazismo di cui è aperta la causa di beatificazione: «Elogio della disobbedienza. Josef Mayr-Nusser, l’uomo che disse no a Hitler». L’eroe solitario che morì per la sua ferma obiezione di coscienza. Il libro di Francesco Comina verrà presentato domenica 29 giugno ad ore 16,30 a Sezano (Verona) presso il Monastero del bene comune, in Via Mezzomonte n.28.
Oltre all’autore, interverranno: Albert Mayr-Nusser, figlio del martire sudtirolese che si oppose al nazismo; Riccardo Petrella, economista, professore emerito all’Università di Lovanio; p. Silvano Nicoletto, responsabile della comunità degli Stimmatini. Ingresso libero.

E’ da poco uscito nelle librerie il nuovo libro di Francesco Comina, «L’uomo che disse no a Hitler» (ed. Il Margine, Trento 2014) su Josef Mayr-Nusser, il giovane sudtirolese, padre di famiglia (di cui è avviato il processo di beatificazione) che il 4 ottobre del 1944 (settant’anni fa) rifiutò il giuramento alle SS – dopo essere stato arruolato a forza e per vendetta – con queste parole: «Se nessuno avrà mai il coraggio di rifiutare il nazionalsocialismo, questo sistema non finirà mai».
Quell’atto di ribellione personale al nazismo costò la vita al dirigente dell’Azione cattolica di Bolzano. Pochi mesi dopo venne processato a Danzica e accusato di disfattismo. Fu avviato al campo di concentramento di Dachau, ma morì in un freddo vagone merci fermo alla stazione di Erlangen la mattina del 24 febbraio del 1945. Josef aveva in mano soltanto il vangelo e un messale.

Josef Mayr-Nusser già a partire dalla metà degli anni Trenta scrisse sugli organi di informazione cattolici in lingua tedesca del Sudtirolo la sua ribellione al nazionalsocialismo e all’idolatria del Führer: «Intorno a noi c’è il buio, il buio della miscredenza, del disprezzo e della persecuzione. Eppure dobbiamo accendere la speranza e dare la nostra testimonianza anche se non ci considerano, anche se ci umiliano, anche se ci disprezzano. Dare testimonianza oggi è la nostra unica arma efficace». Ha scritto molto Josef Mayr-Nusser, dipendente di una ditta commerciale, sposato con Hildegard Straub e padre di un bambino, Albert. I suoi articoli erano di fuoco. Oltre all’impegno nell’azione cattolica aveva fondato e diretto una conferenza della San Vincenzo per stare accanto ai poveri della città.
Quando morì aveva 35 anni. Nelle commoventi lettere alla moglie dal carcere di Danzica (il processo si concluse con la condanna a morte per disfattismo) spiega così il motivo del suo gesto: «Amatissima Hildegard, ciò che più di ogni altra cosa affligge il mio cuore, o mia fedelissima compagna, e che, nel momento decisivo, la mia professione di fede ti getterà in un immane dolore. L’impellenza di tale testimonianza è ormai ineluttabile; sono due mondi che si scontrano l’uno contro l’altro. I miei superiori hanno mostrato troppo chiaramente di rifiutare e odiare quanto per noi cattolici e sacro e irrinunciabile. Prega per me, Hildegard, affinché nell’ora della prova io agisca senza paura o esitazioni secondo i dettami di Dio e della mia coscienza».