«Palestina. Esperienze di Resistenza Nonviolenta e di impegno per la dignità della donna» è il tema dell’incontro con Kifah Addara e Germana Nijim in programma mercoledì 24 novembre 2010 alle ore 20,45 presso la Sala della Biblioteca Marani (a fianco dell’ospedale di borgo Trento) a Verona. A cura di Rete Radiè Resch, Donneinnero, Associazione per la pace, Amici di Fiori di Pace, Pax Christi.
Non abbiamo né la forza dell’esercito israeliano né il potere delle tradizioni che ci tengono confinate in certi ruoli. Comunque sia, noi sappiamo che una donna in piedi, di fianco ad un’altra donna, unite dalla solidarietà, creano una forza che è più potente degli eserciti e delle tradizioni. [Kifah Addara, At-Tuwani Women’s Coperative]
Kifah Addara è la promotrice della Cooperativa delle Donne di At-Tuwani ed è una voce potente e unica in grado di parlare della resistenza delle donne palestinesi.
Kifah ci racconterà degli effetti dell’occupazione israeliana e della violenza dei coloni sulle donne e bambini di At-Tuwani, del lavoro della cooperativa delle donne per la giustizia e per l’eguaglianza tra i generi.
Nasser, il marito di Kifah, parlerà della sua partecipazione nelle azioni nonviolente.
At-Tuwani è un villaggio di circa 200 persone, in Cisgiordania, nelle colline a sud di Hebron. L’area, nota anche come Masafer Yatta, è occupata militarmente dall’esercito israeliano e dagli insediamenti dei coloni estremisti nazional-religiosi che con la violenza cacciano i pastori/agricoltori palestinesi dalle loro terre. La popolazione palestinese della zona è impegnata da anni in una resistenza nonviolenta che coinvolge donne uomini bambini del luogo, ma anche attivisti israeliani e internazionali.
La comunità di At-Tuwani aderisce al Coordinamento Palestinese dei Comitati Popolari per la Lotta Nonviolenta.
Quando penso alla maternità rivoluzionaria, penso a Kifah.
Kifah ha ampliato la mia conoscenza del significato di maternità. Certo non solo lei, ma anche molte donne palestinesi. Sono donne che quotidianamente affrontano i soldati israeliani solo per poter lavorare nei loro campi, raccogliere piante, uscire di casa, recarsi alla vicina città, donne che fanno tutto questo portando un bambino in spalla. Donne che fanno tutto con pochi soldi e molta forza. Donne Che Fanno Tutto. Non è romantico vivere sotto l’occupazione. Non è bello. C’e troppo poco da mangiare e troppe persone da sfamare. Ci sono tuo marito, tuo figlio, tuo padre, tuo fratello in prigione e tu che cerchi di trovare i soldi per farlo uscire di prigione, sempre che gli sia concesso. Vivere sotto l’occupazione significa passare le festività sotto il coprifuoco, guardare la tua casa venir demolita, ricostruirla per guardarla demolire un’altra volta, avere l’appartamento bombardato. E’ vivere con il respiro della sopravvivenza. E’ vita. E fa’ male. La rivoluzione non è bella e non viene a basso costo. (Maia Williams del CPT – Christian Peacemaker Team)
Germana Nijim, amica di origine italiana, vive da più di cinquant’anni negli USA.
É vedova di un professore palestinese e alla causa della Palestina ha dedicato e dedica le sue energie e il suo tempo.
É appena rientrata da un soggiorno nei Territori Occupati, dove ha collaborato alla raccolta delle olive. Quest’attività spesso viene impedita ai legittimi proprietari dai soldati israeliani e i volontari stranieri presenti possono costituire un aiuto importante alla resistenza quotidiana dei palestinesi.