Mercoledì 23 marzo 2011, alle 17,30, a Trento, nella Sala Manzoni della Biblioteca comunale (Via Roma 55), il Centro Studi sulla Storia dell’Europa Orientale organizza l’incontro-dibattito Il 1956 tra Mosca, Budapest e Suez.
Interviene Federigo Argentieri. Introduce Piero Sinatti.
Il 1956 è indubbiamente un anno cruciale nella storia del Ventesimo secolo, un anno che segna una crisi profonda e drammatica tanto nella coscienza degli individui quanto nel dibattito politico e negli equilibri internazionali.
Il 1956 si apre con il Ventesimo congresso del PCUS, nel corso del quale, ad una sessione a porte chiuse, Nikita Khrushchev pronuncia il famoso “Rapporto segreto”, che qualche mese dopo sarà diffuso dal governo americano.
Gli echi del “Rapporto segreto” si riverberano su tutto mondo comunista. Farà da detonatore alla crisi dell’ottobre polacco e alla mancata invasione della Polonia da parte dell’URSS. Ma la Polonia contagia l’Ungheria, dove prende il via una rivoluzione, che sarà schiacciata dall’invasione sovietica.
Nel 1956 iniziano ad essere scardinati i rapporti interni al movimento comunista internazionale e si piantano i semi che porteranno alla rottura del “blocco” e allo scisma fra Mosca e Pechino, le due capitali del comunismo.
Le ripercussioni saranno significative anche in Italia, dove si trova il PCI di Palmiro Togliatti, il più grande partito comunista dell’Occidente.
E il 1956, infine, è anche l’anno della crisi di Suez, che proietta il Medio oriente al centro della scena internazionale, e dell’incipiente processo di decolonizzazione.
Degli avvenimenti e delle profonde ripercussioni di questo “indimenticabile 1956” si discuterà nell’incontro-dibattito di mercoledì 23 marzo, con Federigo Argentieri.
L’incontro fa parte del ciclo “Momenti di storia mitteleuropea”.
Federigo Argentieri insegna alla John Cabot University e dirige il Guarini Institute for Public Affairs.
Fra le sue pubblicazioni: L’ottobre ungherese (con Lorenzo Gianotti, Levi editore, 1986); L’Ucraina nuovo architrave della sicurezza europea (Cemiss, 1999); L’Europa centro-orientale e la Nato dopo il 1999 (Angeli, 2001); Ungheria 1956: la rivoluzione calunniata (Marsilio, 2006); “François Fejtö e il mestiere di storico”, Ventunesimo secolo, n. 17, ottobre 2008; e “L’espulsione degli ungheresi dalla Cecoslovacchia”, in G. Crainz-R.Pupo-S.Salvatici (a cura di), Naufraghi della pace: il 1945, I profughi e le memorie divise d’Europa (Donzelli 2008).