Siete invitati all’incontro pubblico ‘E a San Pietro arriva la biomassa. Che cos’è? A cosa serve? E’ pericolosa?’, presso la Sala civica di via Matteotti a Legnago (Palazzo di Vetro), venerdì 22 ottobre 2010 alle ore 20,45.
Interverranno: Donatella Ramorino, consigliera comunale Liberinsieme; Samuela Binato, dirigente medico dipartimento Oncologia, ospedale di Montecchio Maggiore; Michele Bertucco, presidente Legambiente Veneto; Gianni Melotto, agricoltore biologico.
La lista civica Liberinsieme e Legambiente hanno organizzato per venerdì 22 ottobre, ore 20,45 in sala civica a Legnago, una serata informativa sul tema della centrale a biomasse di San Pietro, poiché ritengono che il progetto dell’impianto di via Ponzina debba essere portato a conoscenza dei cittadini non solo di San Pietro ma di tutta Legnago, per le pesanti ricadute ambientali e sulla salute che presenta.
Illustrerà il progetto la consigliera di Liberinsieme Donatella Ramorino; l’oncologa Samuela Binato (dirigente medico del dipartimento di Oncologia dell’Ospedale di Montecchio Maggiore) ne valuterà gli effetti sulla salute; il presidente di Legambiente Veneto Michele Bertucco ne esaminerà gli aspetti energetici ed ambientali; l’agricoltore biologico Gianni Melotto quelli legati alle colture.
E’ atteso anche l’intervento della consigliera del PD Clara Scapin, che si è impegnata sul tema delle biomasse in consiglio provinciale; alla serata sono stati invitati gli assessori all’ambiente Pozzani e Lorenzetti, che hanno gestito il progetto.
Com’è noto per dare il via alla costruzione della centrale manca ormai solo la conferenza dei servizi decisoria. Ma gli organizzatori della serata rimangono convinti che a Legnago questa centrale non serve. Infatti tutte le centrali a biomasse hanno una caratteristica in comune: le loro emissioni, ovviamente rispettose dei limiti che la legge prevede per le emissioni industriali, peggiorano la qualità dell’aria dei territori che dovrebbero ospitarli. E qui non c’è bisogno di peggiorare ancora l’aria: Legnago sopporta già l’inquinamento di fondo della pianura padana, sopporta la discarica, sopporta la rigenerazione dei carboni attivi della CECA, sopporterà il traffico della prossima autostrada Nogara-mare.
E le alternative? Energia dalla produzione di biometano ricavato dalla fermentazione della sostanza organica, a livello delle singole aziende agricole; energia dai pannelli fotovoltaici che sfruttano 1/100 di suolo rispetto alle centrali a biomasse, e lo lasciano a riposo per 20 anni.
La green-economy arricchisce con i certificati verdi (che paghiamo in bolletta) chi costruisce queste centrali; tra 15 anni, quando il guadagno con i certificati verdi sarà finito, Legnago si ritroverà con la discarica chiusa e un inceneritore bell’e pronto…