Mercoledi 20 maggio 2009, alle 17,30, a Trento, nella Sala degli Affreschi della Biblioteca comunale (Via Roma 55) il Centro Studi sulla Storia dell’Europa Orientale organizza l’incontro-dibattito I paesaggi della letteratura tedesca. Intervengono Fabrizio Cambi, Alessandro Fambrini e Massimo Libardi.
Leggere è un continuo viaggiare attraverso infiniti luoghi di numerose epoche. Leggendo percorriamo i viali di Berlino come le viuzze di Praga, ci addentriamo nei villaggi della Bucovina come nella Vienna della Duplice monarchia. Attraversiamo i territori densamenti popolati delle metropoli come le vallate montane ricche di vegetazione e magari finiamo per approdare sulle coste della Boemia.
Ogni lettura è un viaggio, è una odissea attraverso luoghi reali o immaginari; e forse è proprio il viaggio a costituire l’essenza della narrazione, della scrittura, della letteratura.
A condurci in un viaggio straordinario nella letteratura tedesca (di lingua tedesca, quindi anche quella austriaca e quella praghese come quella svizzera e quella degli scrittori germanofoni del nostro continente, dal Südtirol all’Europa centro-orientale) è l’Atlante della letteratura tedesca, appena pubblicato da Quodlibet.
Curato da Francesco Fiorentino e Giovanni Sampaolo, e pensato quale omaggio al germanista Marino Freschi, questo volume si stacca decisamente dai tradizionali Festschrift, offrendoci una straordinaria narrazione attraverso prospettive nuove.
Attorno a Reno e Danubio si è dipanata molta storia europea, e proprio da questi due grandi fiumi diparte la navigazione nella letteratura tedesca. È un viaggio che non stanca di sorprendere. È un viaggio le cui tappe non sono solo i territori di origine degli scrittori, ma anche quelli che si materializzano nelle loro creazioni letterarie: dalla Germania alla Kakania, agli orienti e terre dell’Utopia.
Il viaggio ci conduce alle “piccole” capitali della cultura tedesca, quali Tubinga, Lubecca e Graz, alle metropoli (ad esempio la Berlino dell’Espressionismo e la Berlino dopo la caduta del Muro), così come ai luoghi della “memoria nazionale”, dalla Weimar di Goethe ai teatri di Vienna, focolari dell’identità culturale austriaca tra Otto e Novecento, e alle terre di confine, dal Südtirol alla Königsberg di Immanuel Kant.
Questo viaggio attraverso i paesaggi della letteratura tedesca ci conduce non solo nella Kakania di Robert Musil, nel cuore della Mitteleuropa e fino alle shtetlach dell’ebraismo orientale dove si parlava yiddish, ma anche all’interno dei coltivati “miti del sud”, nell’oriente giapponese e fino alle Utopie.
A realizzare questa straordinaria opera hanno contribuito oltre sessanta studiosi, fra cui Fabrizio Cambi e Alessandro Fambrini, che mercoledi 20 maggio 2009, alle 17,30, a Trento, nella Sala degli Affreschi della Biblioteca comunale (Via Roma 55) ne discutono assieme a Massimo Libardi.
L’Atlante della letteratura tedesca, a cura di Francesco Fiorentino e Giovanni Sampaolo è pubblicato da Quodlibet (pp. 635, euro 42).
Alla stesura dell’opera hanno partecipato: Elena Agazzi (Le Alpi), Flavia Arzeni (Giappone), Roberta Ascarelli (Dresda; Kakania), Laura Auteri (Schilda/Abdera), Anna Rosa Azzone Zweifel (Seldwyla), Italo Michele Battafarano (L’Italia), Ursula Bavaj (Lipsia), Stefano Beretta (Sonnenallee/Kreuzberg/Mitte), Paola Bozzi (Banato e Transilvania), Franco Buono (Topografie dell’esilio), Rita Calabrese (Monaco nell’Otto-Novecento), Fabrizio Cambi (Lubecca), Giulia Cantarutti (Zurigo nel Settecento), Gabriella Catalano (Il duomo di Colonia), Giovanna Cermelli (Il Reno), Paolo Chiarini (Parigi), Anna Chiarloni (Berlino dopo il Muro), Michele Cometa (La Sicilia), Alessandro Costazza (Südtirol), Margherita Cottone (Giardini), Maria Enrica D’Agostini (India), Paolo D’Angelo (Königsberg/Kaliningrad), Matilde De Pasquale (Amburgo), Gabriella d’Onghia (Frisia), Alessandro Fambrini (L’America), Maria Fancelli (Strasburgo), Francesco Fiorentino (Zurigo nell’Ottocento; Zurigo nel Novecento), Maria Carolina Foi (Rütli; Trieste), Luigi Forte (Freie Bühne, Volksbühne, Berliner Ensemble), Matteo Galli (Heimat), Pasquale Gallo (La Berlino del Muro), Antonella Gargano (La Berlino dell’espressionismo), Ingrid Hennemann Barale (Jena), Andrea Landolfi (Venezia), Claudio Magris (Crno Selo), Giorgio Manacorda (Charenton), Guido Massino (Shtetl), Camilla Miglio (Persia), Lucia Mor (Egitto), Giampiero Moretti (Heldelberg), Domenico Mugnolo (La Marca di Brandeburgo), Stefan Nienhaus (Berlino nel Sette-Ottocento), Agnese Nobiloni Toschi (La Wartburg), Gianluca Paolucci (Il Danubio), Vanda Perretta (Svevia), Lucia Perrone Capano (Russendisko. La Berlino dei migranti), Maurizio Pirro (Salisburgo; Worpswede), Mauro Ponzi (Roma), Grazia Pulvirenti (Vienna 1900; Cina), Luigi Reitani (Topografie della Shoah), Marco Rispoli (Gottinga), Giovanni Sampaolo (Weimar), Stefania Sbarra (Herrnhut), Klaus R. Scherpe (La Staatsbibliothek di Berlino), Giulio Schiavoni (Bucovina), Isolde Schiffermüller (La Praga di Kafka), Heinz Schlaffer (Tubinga), Wendelin Schmidt-Dengler (Graz), Giovanni Scimonello (L’isola di Felsenburg; Marte), Claudia Sonino (Percorsi dell’ebraismo orientale), Wolfgang Storch (La Prussia), Rita Svandrlik (Il Burgtheater e i teatri viennesi), Giovanni Tateo (Slesia), Ute Weidenhiller (Augusta), Luciano Zagari (La Grecia), Luca Zenobi (Londra; Nationaltheater).