Domenica 19 aprile 2009, nell’ambito delle «Feste delle Oasi» promosse da WWF Italia, l’Oasi della Bora (a Povegliano Veronese) sarà aperta al pubblico dalle ore 10.00 alle ore 12.30, e dalle ore 14.30 alle ore 17.30. L’Oasi della Bora sorge su di un’area di proprietà del “Consorzio per la depurazione delle acque tra i comuni di Villafranca di Verona e di Povegliano Veronese” ed è gestita e tutelata dai gruppi WWF di Villafranca di Verona e di Povegliano Veronese.
Sono previste visite guidate sia al mattino che al pomeriggio, durante le quali si potranno conoscere gli aspetti caratteristici di quest’area protetta.
Per maggiori informazioni si può chiamare Luigi (340 4159117), Riccardo(045 6301856) e Giorgio (045 7970128).
Indicazioni per arrivare all’Oasi della Bora:
– Povegliano Veronese
– Incrocio strade per Vigasio, Nogarole Rocca e Villafranca
– Imboccare strada per Nogarole Rocca ed immediatamente dopo il canale (fiume Tartaro) voltare a destra, e proseguire per circa 200 metri sulla strada sterrata
– Indicazioni in loco e disponibilità parcheggio
L’OASI DELLA BORA
L’Oasi della Bora, si trova nel Comune di Povegliano Veronese, a poche centinaia di metri dal centro abitato ed è ampia circa 16.000 metri quadrati; è delimitata dal corso del Fiume Tione dei Monti, che qui confluisce nel Fiume Tartaro, e dalla Fossa Bora che trae origine da tre piccole risorgive all’interno dell’oasi.
Il terreno è pianeggiante e di origine alluvionale composto, nello strato profondo, da ghiaie e sabbie e, in superficie, da terreno agricolo. A una profondità di circa cm.80 esiste un modesto strato torboso.
Si tratta di terreno che era stato coltivato a cereali fino all’estate del 1991, perfino le rive dei fossi erano state private di qualsiasi tipo di vegetazione spontanea.
Dal Gennaio del 1992, in seguito ad una convenzione con l’Ente pubblico che ne è il proprietario (“Consorzio per la depurazione delle acque tra i Comuni di Villafranca e di Povegliano Veronese”), il WWF ha attuato un lavoro di ripristino naturale che sta ricreando, su piccola scala, un esempio di come poteva essere il nostro ambiente prima che si cominciasse il suo sfruttamento agricolo.
A tutt’oggi sono state messe a dimora oltre 500 piante tra alberi, arbusti e rampicanti appartenenti a 41 diverse specie.
All’interno dell’Oasi si possono osservare gran parte degli alberi propri dell’antica foresta che ricopriva la pianura veronese, come la farnia, l’olmo, il carpino, l’acero, il frassino, l’ontano, il tiglio; a questi si accompagnano arbusti quali il nocciolo, il viburno, il biancospino, il prugnolo e molti altri.
Tra i gruppi di alberi e cespugli sono state lasciate radure, colonizzate da erbe e fiori selvatici, che danno nutrimento e vita a farfalle, api e altri insetti.
E’ stato anche ricavato un piccolo stagno, ricco di vegetazione acquatica, per favorire la riproduzione di insetti e anfibi.
All’interno dell’Oasi trovano rifugio numerosi animali selvatici e con un po’ di pazienza, e di fortuna, è possibile scorgere il martin pescatore, la gallinella d’acqua, il beccacino, l’averla e la gazza. È facile sentire il canto dell’usignolo di fiume, della capinera, della cinciallegra, del luì piccolo e di altri piccoli uccelli.
Dei piccoli mammiferi, toporagni, talpe e arvicole, è possibile scorgere le tracce. Più raro è invece osservare volpi, donnole e lepri che regolarmente frequentano il posto. Ospite stabile è invece diventata l’esotica nutria.
Sono presenti rospo verde, rana di lataste e raganella. I rettili sono rappresentati da lucertole, ramarri, biscie e biacchi.
Le risorgive sono frequentate da carpe, piccoli lucci, spinarelli e “magnaroni”.
L’area è stata resa fruibile anche per attività educative e didattiche, realizzando un sentiero che consente ai visitatori una passeggiata interessante ed istruttiva.