In un pianeta dove l’effetto serra sta già portando devastazioni e mutamenti sensibili del clima, lasciare mano libera alle società petrolifere è decisamente una scelta suicida. Partecipa agli incontri «STORIE DI DEVASTAZIONE AMBIENTALE E SACCHEGGIO DELLE RISORSE». Mercoledì 19 marzo alle ore 21.00 presso Metropolis Cafè, via Nicola Mazza 63/a a Verona: «Nigeria in ostaggio delle multinazionali del petrolio»: Delta del Niger, un disastro ambientale infinito. Le responsabilità italiane e internazionali. PROIEZIONI DI VIDEO INEDITI.
Interviene:
Bridget Yorgure, rappresentante del Mosop (Movimento per la sopravvivenza delle popolazioni Ogoni del Delta del Niger)
«Appartengo al popolo degli Ogoni, un’etnia costituita da oltre 2 milioni di persone che vivono sul Delta del Niger e da 8mila rifugiati che vivono negli Stati Uniti. Nella mia terra c’è la devastazione causata dalle 31 multinazionali che operano nel Delta dove si trovano giacimenti sia di petrolio che di gas naturale che interessano tutto il mondo. La Nigeria è l’ottavo produttore al mondo di petrolio e contribuisce per il 40% al riscaldamento globale per il modo in cui operano le multinazionali Agip, Shell, Chevron, ENI…».
«L’attività di estrazione di petrolio ha condotto gli Ogoni alla rovina: le terre, i ruscelli e le insenature sono totalmente e continuamente inquinati; l’atmosfera è avvelenata dai vapori di idrocarburi, metano, monossido di carbonio, biossido di carbonio e fuliggine emessi dal gas che viene bruciato 24 ore al giorno da 33 anni nelle vicinanze delle abitazioni. Pioggia acida e resti petroliferi hanno devastato la terra degli Ogoni» (Denuncia di Amnesty International).