18.04.07 – Trento – Il «Brenner», la rivista di Trakl, Loos, Ebner e Dallago

Mercoledì 18 aprile, alle 17,30, a Trento, nella Sala degli Affreschi della Biblioteca comunale (Via Roma 55), il Centro Studi sulla Storia dell’Europa Orientale organizza una conferenza del ciclo «Il Trentino e la Mitteleuropa». Massimo Libardi (Centro Studi sulla Storia dell’Europa Orientale) interviene su «Il ‘Brenner». La rivista di Trakl, Loos, Ebner e Dallago”. Introduce Fernando Orlandi. Il ciclo «Il Trentino e la Mitteleuropa» è organizzato dal Centro Studi sulla Storia dell’Europa Orientale in collaborazione con la Biblioteca Austriaca della Biblioteca Comunale di Trento. Il Brenner è stata certamente l’unica pubblicazione tirolese del Ventesimo secolo di rilevanza europea. È l’unica rivista che attraversa l’intera temperie culturale della prima metà del Novecento, vivendo la Grande guerra, la scomparsa della Duplice Monarchia, il nazismo, la Seconda guerra mondiale e gli anni del primo dopoguerra. Pubblicazione tanto rilevante quanto negletta – sicuramente poco conosciuta.
Fondata a Innsbruck da Ludwig von Ficker esce, con periodicità e fasi alterne, dal giugno del 1910 al maggio del 1954. Con la rivista e il suo ideatore, in forma diversa ebbero rapporti due dei principali pensatori del Novecento: Ludwig Wittegenstein e Martin Heidegger.
La rivista nasce quando Ficker si incontra con il poeta e filosofo tirolese Carl Dallago, che lo affascina, ma che nell’ambiente conservatore e cattolico del Tirolo non trova spazio per esprimersi.
Di Dallago Ficker accetta il rifiuto della tirannide della stampa, l’avversione verso lo sviluppo tecnologico e il predominio dell’economia e l’opposizione alla Chiesa cattolica ufficiale, che Ficker aveva abbandonato nel 1908. Dallago infatti sogna una società libertaria e preindustriale, rifiuta la modernità in nome di una natura originaria, insegue il sogno di un ”uomo puro”, nemico di ogni istituzione.
La rivista, comunque, nasce con l’obiettivo di creare un laboratorio intellettuale in Tirolo. È concepita come luogo di incontro di opinioni diverse purché fuori del comune, non ponendosi il problema che queste risultassero tra loro inconciliabili. Di contro all’ostilità e ironia della stampa locale, Karl Kraus la sostenne e contribuì significativamente alla sua diffusione: “Che l’unica, autentica rivista austriaca si trovi a Innsbruck, dovrebbe essere noto, se non proprio in Austria, certamente in Germania, la cui unica autentica rivista si trova parimenti a Innsbruck”.
Ignatz Zangerle, che del Brenner fu collaboratore, distingue in tre fasi la sua vicenda: dal 1910 al 1914, segnata dai contributi di Dallago e Georg Trakl, fu “religiosa”. Dal 1914, con l’arrivo di Theodor Haecker (cui seguì quello di Ferdinand Ebner), al 1925 fu “cristiana”; mentre dal 1926 al 1954, con i contributi di Gertrud von Le Fort e Paula Schlier, fu “cattolica”.
Nel suo periodo iniziale il Brenner è in consonanza con le posizioni di Kraus, Adolf Loos (di cui pubblica tutta l’opera saggista) e Arnold Schönberg – la critica all’ornamento. La fiorentina Voce scrive: “Rivista d’avanguardia, senza colore politico, fatta da giovani. La sua nota dominante: sincerità… Bisogna leggere il Brenner per sapere cosa sia vivo nell’Austria intellettuale di oggi”.
Nei primi anni la rivista rappresenta un centro di sperimentazione linguistica: i temi trattati sono di carattere poetico, letterario e artistico che ne danno una connotazione “espressionista”.
Il 14 luglio 1914 Trakl si congeda da Ficker e parte militare, addetto alla sanità, per la Galizia. All’inizio di settembre, mentre è in corso la battaglia di Grodek-Ravaruska si trova ad assistere da solo e senza medicine 90 feriti gravi. Nel corso della ritirata tenta il suicidio, ma è salvato dai compagni. La vicenda lo segna in modo ineluttabile e il il 3 novembre si suicida con un’overdose di cocaina – lascia il suo testamento poetico a Ficker.
L’orrore della guerra, così tragicamente incarnato da Trakl, oltre che declinato nella sua poesia, è all’origine del profondo mutamento della rivista dopo il 1919 (nel corso del conflitto aveva sospeso le pubblicazioni). Si apre una seconda fase, che può essere definita ideologico-religiosa. Fondamentale è l’incontro di Ficker con Ebner, che diventa la figura centrale di questo periodo, il filosofo della rivista. L’esperienza della guerra ha come portato l’interesse per la dimensione religiosa. Di fronte alla “selva della disperazione”, il Brenner apre un confronto sulla possibilità che il Cristianesimo rappresenti una via d’uscita.
Ma pubblicando Ebner Ficker rinuncia all’edizione di un testo fondamentale del Novecento: il Tractatus di Wittgenstein. La mancata pubblicazione porta all’interruzione dei rapporti tra Wittgenstein e Ficker, mentre all’interno della rivista si inaspriscono le tensioni tra Haecker, Ebner e Dallago, che portano alla fuoriuscita dalla redazione del filosofo bolzanino e alla separazione totale dalla rivista.
La terza fase, decisamente meno rilevante, del Brenner va dal 1927 al dopoguerra (negli anni dal 1945 al 1954 se ne pubblicarono solo tre numeri). Nel 1926 Ficker si era infatti avvicinato gradualmente alla Chiesa cattolica, grazie anche alla conversione dell’amica e collaboratrice, la poetessa espressionista Schlier. Da quel momento la rivista fu “dichiaratamente cattolica”.
Il dopoguerra segna il declino della vicenda del Brenner. Vicenda intellettualmente straordinaria e assai stimolante che ora viene ricostruita e ripercorsa nella conferenza di Massimo Libardi.