12.04.08 – Verona – «Penthesilea» (nel delirio di Artaud)

«PENTHESILEA» (nel delirio di Artaud) da H. Von Kleist, con Nevio Gàmbula, sabato 12 aprile alle ore 21.00 presso il Teatro Filippini di Verona. Torna in scena ai Filippini, ad un anno di distanza l’ultimo lavoro di Nevio Gambula, attore torinese da sempre impegnato sulle scena di un teatro critico e di rottura con le convenzioni linguistiche e formali. Anche Penthesilea, al suo debutto veronese, sarà esperienza del limite: il limite del corpo e il limite della voce. Il corpo contratto che dice il disastro di essere costretto dentro le forme sociali e culturali, che dice il disastro della civiltà al suo tramonto. “La performance”, spiega Nevio Gambula, “è rigorosa gabbia ispirata a un concetto di recitazione come insolita e radiosa epifania”. Una recitazione che, come già ci ha abituato Gambula, è una canzone atroce, popolata di rumori, gesti vocali dissonanti, movimenti spezzati, immagini estremamente evocative. Un’ultima danza, dove il corpo tenta di uscire dai suoi stessi argini.
La scena è una piccola cella di manicomio, bianca e senza finestre. All’interno un unico personaggio: Artaud; c’è il suo delirio, la sua utopia teatrale, la sua “febbre gloriosa”. Una solitudine radicale. Artaud abita i bordi della stanza, evitando il centro e muovendosi con gestualità claudicante e ripetitiva. Si consuma ammucchiando parole senza scopo, in una sorta di danza frenetica e folle.
La materia verbale è tratta dalla “Pentesilea” di H. Von Kleist. L’idea è quella di realizzare una performance che colga il nucleo centrale della proposta di Artaud: una recitazione crudele in cui l’attore si cimenta con un linguaggio sconnesso, perverso. L’attore allora sparisce e, insieme, rinasce, in un gioco fecondo di torsioni e strappi, proprio raccogliendo la sfida di Artaud: «rovesciare sulla scena la vita nella sua totalità recuperata».
La “Pentesilea” è il poema di un amore impossibile, dove le ambiguità del linguaggio fondono amore e orrore, rendendoli indistinguibili. Le amazzoni, prima di potere amare un uomo, lo devono sconfiggere in battaglia. Pentesilea, la regina delle amazzoni, tenta di sconfiggere e catturare Achille, di cui ha subito il fascino. Lo vuole, appunto, amare. Sarà un teatro senza speranza, come esperienza solitaria di distruzione e morte, nell’omologazione. Teatro dentro una catastrofe culturale, come grido di rivolta.

Informazioni per il pubblico: Fondazione AIDA tel. 045.8001471/045.595284 – Fax 045.8009850 – email: [email protected] www.fondazioneaida.it