La disfatta elettorale del centrosinistra a Verona, e dentro a questo il tracollo dei Verdi (che prendono la metà dei voti ipotizzabili come somma dei due soggetti politici che hanno dato vita alla lista Verdi uniti per Verona), impone una seria riflessione. Molto si è detto e si dirà sui motivi della vittoria del Sindaco leghista, ma ora a noi interessa comprendere e correggere eventuali errori della nostra coalizione, e soprattutto capire la prospettiva futura di un soggetto politico ambientalista. La vistosa perdita di consensi ai Verdi, ha probabilmente spiegazioni sia nazionali (l’immagine complessiva dei Verdi è forse al livello storico più basso, con un solo volto noto -segretario e ministro-, senza nessuna campagna nazionale diffusa sul territorio, totalmente identificabili con la “sinistra radicale” e privi di una propria forte identità) sia locali (l’ex assessore, con troppe deleghe, non ha saputo e/o potuto far emergere la sua connotazione verde in una Giunta troppo distante dall’ambientalismo, e l’ex consigliere si è distinto per episodi personalistici avulsi dalla politica ecologista). L’esperienza dei “Verdi uniti per Verona” viene giudicata positivamente, come momento costruttivo di raccordo fra il Sole e la Colomba. Gli elementi di contrasto e incomprensione che ci sono stati, sono dovuti a intromissioni esterne (regionali e nazionali) che hanno snaturato anche la campagna elettorale. Riteniamo che il soggetto politico “Verdi uniti per Verona” debba essere mantenuto e rafforzato a partire dal seggio conquistato nella seconda circoscrizione. Proponiamo quindi, per evitare la diaspora verde e la conseguente definitiva estinzione politica, di ripartire dall’azzeramento della situazione, con l’obiettivo di ricostruire un’esperienza locale, indipendente per ora dai riferimenti nazionali. Sarà necessario organizzare un’assemblea unitaria aperta a tutti coloro che sono comunque ancora intenzionati a lavorare per una politica verde, in quella sede raccogliere le adesioni individuali svincolate dalle tessere nazionali, e aprire un serio dibattito sulle possibili prospettive di un soggetto politico verde che oggi è naufragato. Noi siamo convinti che la discussione del nostro futuro debba essere collettiva; la salvezza è affidata ad un’unica scialuppa di salvataggio, nella quale ci dobbiamo stare tutti, evitando che ognuno nuoti singolarmente in mare aperto, esposto alla bufera e destinato all’annegamento Ora è prematuro definire qualsiasi futura strategia, ma le possibili spiagge di approdo che si profilano all’orizzonte (e sulle quali è importante aprire il confronto) sono: aprire un confronto con il nascente “Partito Democratico”, come componente ambientalista; aprire un confronto con la sinistra che si sta organizzando “A sinistra” del PD; rifondare un partito ecologista indipendente e autonomo, ma su nuove basi; agire fuori dai partiti, come movimento sociale e culturale che promuove campagne dal basso. La segreteria della Colomba (Grotta, Tomiolo, Valpiana) si è presentata dimissionaria e ha ricevuto il ringraziamento e la fiducia di tutta l’Assemblea. Il lavoro di coordinamento fino ad una prossima assemblea di “rigenerazione” viene affidato ad un gruppo di lavoro formato da otto persone: Roberto Callegaro, Maurizio Grotta, Isabella Lombardi, Lelia Melotti, Monica Schiavo, Diego Soave, Alberto Tomiolo, Mao Valpiana. Come prima iniziativa post elettorale della Colomba, viene organizzata la partecipazione al significativo appuntamento che si terrà lunedì 11 giugno alle ore 18 all’Università di Bolzano dove il filosofo ed economista francese Serge Latouche sarà intervista dal saggista Christoph Baker sui temi della critica allo sviluppo e della decrescita consapevole per evitare il collasso ambientale. Partenza da Verona alle ore 16, e rientro previsto alle ore 23, compresa la cena conviviale a Bolzano. Per prenotazioni: Tel. 045 8009803.
(Documento elaborato e approvato dall’Assemblea cittadina della COLOMBA, riunita martedì 5 giugno 2007, alle ore 21 presso la Casa per la Nonviolenza)