Quando la pena ricostruisce i rapporti: se ne parla in un convegno venerdì 11 aprile 2008. Nella nostra società è ormai diventata prassi comune pensare – se non pretendere – che, alla luce di un reato, il colpevole venga processato e chiuso in carcere. Non importa di che tipo di reato si tratti e della pericolosità di chi l’ha commesso: la risposta è la detenzione. In realtà questa regola, che a noi sembra scontata, è oggetto di discussioni e ripensamenti e, nel sistema giudiziario, si sta sempre più facendo largo l’idea che sia fondamentale, per una maggiore sicurezza, favorire un dialogo tra il colpevole e la vittima e restituire un ruolo centrale a quest’ultima.
Sarà questo l’argomento alla base del convegno che si terrà venerdì 11 aprile, dalle 9 alle 13, nell’aula 1 della sede LISSS in via Filippini 17 a Verona, in occasione della seconda e ultima parte del seminario di studio «Per una giustizia sensibile alla sofferenza di familiari e vittime». Affrontato a marzo il complicato tema dei familiari dei carcerati, questa volta la discussione verterà sulla «Giustizia Riparativa. Quando la pena ricostruisce i rapporti». Un tema scottante, che in questi mesi verrà affrontato anche in altre città italiane e che, proprio a Verona, vedrà la presenza di esperti internazionali, in occasione del congresso del forum europeo, in programma dal 17 al 19 aprile in Gran Guardia.
Quando si parla di legge e giustizia si pensa subito a ingranaggi complessi alla portata di pochi. Chi subisce un danno si affida a un avvocato e spera nella comprensione del giudice, ma non ha alcuna possibilità di reclamare personalmente le sue ragioni e di confrontarsi apertamente con chi lo ha offeso. Lo stato prende il posto della vittima che, anzi, si ritrova spesso abbandonata e spaesata di fronte alla messa in moto di un meccanismo che non comprende. Da qui la volontà, nuova e comune, di riequilibrare le attenzioni e cercare vie alternative alla detenzione, per una giustizia che miri a ricucire i rapporti tra le persone coinvolte, e con la società stessa.
Organizzato dall’associazione di volontariato La Fraternità, in collaborazione con le Facoltà di Scienze della Formazione e di Giurisprudenza dell’Università di Verona, l’incontro vedrà la partecipazione di docenti universitari delle facoltà di Verona e Trento, dell’avvocato Federico Reggio, esperto di giustizia riparativa e vicepresidente della nuova associazione veronese per le vittime di reato, Asav, di cui sarà presente anche la presidente Emma Benedetti. Interverranno inoltre il dott. Alessandro Padovani del Don Calabria e Fra Beppe Prioli, fondatore della Fraternità che, da oltre quarant’anni, è impegnata in problemi legati al mondo della pena nel territorio veronese, con interventi di promozione culturale e progetti operativi in diverse aree. Negli ultimi mesi, l’associazione ha iniziato a collaborare anche con l’Università di Verona che, a sua volta, si è resa particolarmente sensibile a questo contesto.
Per ulteriori informazioni: Associazione «La Fraternità», via A. Provolo n. 28 (sede provvisoria al n. 27) Verona – Tel./Fax 045 800.49.60.