Giovedì 6 maggio alle ore 21.00 presso la Chiesa di San Nicolò all’Arena, incontro sul tema «Fede e politica». La riflessione sarà tenuta dal professor Rocco d’Ambrosio, docente presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma. Sono previsti anche alcuni interventi musicali del maestro di violoncello Leonardo Sapere. L’iniziativa promossa dalla parrocchia di San Nicolò all’Arena è legata alla memoria dell’anniversario del battesimo del filosofo-teologo Romano Guardini avvenuto il 3 maggio del 1885.
Il senso della proposta è di offrire a tutta la città una occasione per riflettere sul pensiero di uno dei più significativi filosofi e teologi del ‘900.
«Sono nato a Verona in via Leoncino che porta all’Arena…» così Guardini scrive nel suo diario durante una vacanza dalla sua famiglia ad Isola vicentina. Ancora bambino si trasferisce in Germania a Magonza dove il padre era console d’Italia. Diventa sacerdote, si laurea in teologia a Friburgo ed ottiene la cattedra di “filosofia della religione” all’ Università di Berlino (1923- 1939). Durante il nazismo gli viene revocato l’insegnamento. Nel 1945 ottiene la cattedra dell’università di Tubinga e nel 1948 quella di Monaco di Baviera. Muore a Monaco di Baviera il 1° ottobre 1968.
Figura poliedrica coniugò il suo pensiero filosofico e teologico con i temi dell’etica, della politica, della letteratura e dell’arte. Docente universitario lavorò con i giovani universitari, anticipando in alcuni aspetti, come la liturgia, ad esempio, le intuizioni del Concilio Vaticano II. E’ significativo pensare che i giovani della Rosa Bianca
(cattolici e protestati) condannati a morte dal nazisti, avevano trovato nel professore veronese un luminoso punto di riferimento per la loro pacifica lotta.
In questi anni la Comunità di San Nicolò ha cercato di offrire diverse prospettive sul pensiero del filosofo e teologo veronese. Nella bella chiesa barocca nel cuore della città, nei pressi del fonte battesimale, un’effige del volto di Romano Guardini ricorda l’inizio della sua avventura di uomo credente. Una sala della comunità, luogo di incontro e di dialogo, porta il suo nome. Il legame con Guardini vuole essere come un filo d’oro che ancora oggi ricorda a tutti la relazione profonda tra teologia e arte, tra filosofia e poesia, tra fede e ricerca.