[L'Arena • 14.03.04] Il dossier dell’associazione ha valutato l’età degli edifici, la disponibilità di spazi verdi e la qualità del servizio. Nella classifica dello stato di salute delle scuole è al 71° posto su 81...

EDIFICI SCOLASTICI. LEGAMBIENTE BOCCIA VERONA

Il dossier dell’associazione ha valutato l’età degli edifici, la disponibilità di spazi verdi e la qualità del servizio. Nella classifica dello stato di salute delle scuole è al 71° posto su 81. Verona si ferma al 71° posto nella graduatoria delle 81 province italiane considerate. È questa la poco lusinghiera posizione in cui si attesta la nostra città nell’Ecosistema scuola 2004, il dossier di Legambiente sullo stato di salute degli edifici scolastici, appena reso noto dall’associazione ambientalista. Si tratta di un’analisi articolata e dettagliata in cui vengono considerati tutti i parametri di qualità relativi alle caratteristiche anagrafiche e alle informazioni generali degli edifici (anno di realizzazione, destinazione d’uso originaria, presenza di spazi per le attività sportive, di aree verdi, necessità di interventi di manutenzione), ai servizi messi a disposizione delle istituzioni scolastiche e all’avvio di pratiche ecocompatibili (disponibilità di servizio scuolabus, finanziamento di progetti educativi, introduzione di pasti biologici nelle mense, promozione della raccolta differenzia ta, utilizzo di fonti energetiche a basso consumo, ecc.) e la valutazione di situazioni a rischio (presenza di fonti di inquinamento interno o esterno). La ricerca è stata costruita mediante l’invio alle amministrazioni comunali dei capoluogo di provincia di un questionario (per cui vengono considerate unicamente le scuole di competenza comunale, cioè non gli istituti superiori che dipendono dalla Provincia): alla ricerca hanno risposto 93 Comuni sul totale dei 103, dei quali 81 hanno fornito dati esaurienti per la graduatorie finale e in questa sono stati dunque inseriti. Tra questi c’è, appunto, Verona. Al 71° posto per quanto riguarda il livello di qualità dell’edilizia scolastica. Coma mai così «in basso»?
«I dati parlano da soli», commenta Michele Bertucco, presidente di Legambiente Verona. «Delle 145 istituzioni scolastiche di competenza comunale considerate per Verona, ben 80, cioè oltre la metà, sono costituite da edifici che necessitano di interventi urgenti di manutenzione straordinaria per adeguamento alle norme e per l’eliminazione di rischi, 21 istituti sono assolutamente privi di strutture specificamente dedicate allo sport, la raccolta differenziata è scarsamente praticata (solo per l’organico e per le pile usate e nemmeno in tutte le scuole, mentre in nessuna viene praticata la racc olta differenziata per esempio della carta, del vetro e delle lattine) anche in termini di risparmio energetico l’attenzione si rivela bassa: ci sono 27 istituti che si avvalgono del teleriscaldamento, ma poco altro. E ben 24 sono le strutture scolastiche che presentano motivi di potenziale pericolo, per la presenza di strutture in amianto». Un quadro che dunque lascia ancora molti punti da migliorare: anche se qualche progresso c’è stato, in alcuni ambiti specifici, come rileva la stessa Legambiente. «Un elemento che ci pare indice di un discreto successo è per esempio l’introduzione di alimenti biologici nelle mense», prosegue Bertucco. «Sul numero di pasti serviti giornalmente, che sono 13.500, abbiamo visto che otto volte al mese (per un totale di 37.800 pasti) vengono serviti pasti parzialmente biologici e due volte al mese (per un totale di 27.000 pasti) i ragazzini hanno un pranzo interamente biologico. Quanto poi all’originaria funzione degli edifici scolastici attuali, vediamo che su 145, per fortuna 131 erano stati costruiti come scuole, 4 invece erano abitazioni, 5 edifici storici e altro (palazzi, conventi): il problema è che la maggior parte è vecchia. Ci sono 25 edifici realizzati tra il 1940 e il 1965, e 98 sono quelli costruiti tra il 1965 e il 1990».
Per tutti questi motivi dunque non solo Verona si aggiudica il 71° posto in merito alla qualità dell’edilizia, ma sta al 55°, cioè nella seconda parte della classifica, anche nella graduatoria dei servizi e delle pratiche ecocompatibili. E non ci salviamo neppure nella graduatoria delle situazioni di rischio e dei disservizi degli enti locali, dove stiamo al 24 posto: ma qui chi si trova più in alto è più «colpevole». Unica consolazione: i dati di questo rapporto 2004 fanno riferimento al 2002 (dati i tempi necessari all’elaborazione). Non resta che sperare che in questo biennio qualcosa sia cambiato.


Articolo tratto dal quotidiano “L’Arena” del 14/03/04