13.06.07 – Trento – Le minoranze germanofone

Mercoledì 13 giugno, alle 17,30, a Trento, nella “Sala degli Affreschi” della Biblioteca comunale (Via Roma 55) il Centro Studi sulla Storia dell’Europa Orientale organizza l’ultima conferenza del ciclo “Il Trentino e la Mitteleuropa”. Davide Zaffi interviene su “Le minoranze germanofone”. Introduce Massimo Libardi. Il ciclo “Il Trentino e la Mitteleuropa” è organizzato dal Centro Studi sulla Storia dell’Europa Orientale in collaborazione con la Biblioteca Austriaca della Biblioteca Comunale di Trento. Oggi le aree germanofone del Trentino sono solo due: l’arcipelago mocheno della Val del Fersina (tre comuni) e l’isola cimbra di Luserna (con la sua seminascosta franzioncina di Tezze). Un tempo neppure troppo lontano, all’epoca della secolarizzazione, quelle aree formavano –su scala provinciale- una specie di continente bislungo che si stendeva sul Trentino orientale e comprendeva di sicuro le Valli del Leno: la Vallarsa, Terragnolo e poi molte zone dell’altipiano di Lavarone fra cui Luserna, di qui giù verso la Valsugana, Caldonazzo, quindi un tratto almeno della riva sinistra del Brenta, Vignola, Pergine in parte. E siamo alle porte meridionali della Val del Fersina: arrivati a Palù, in cima a questa valle, oltre il S. Croce si scende in Val Condino, pressoché disabitata oggi come allora e, percorsala, eccoci a Anterivo/Altrei, a Trodena/Truden: in Val di Fiemme, dal punto di vista orografico, mentre da quello geo-politico siamo in territorio a maggioranza tedesca, Tirolo tedesco, non più appena germanofono. E di lì, proseguendo verso nord, non si cambia lingua fino al confine con la Danimarca. Adesso che Italia e Austria non sono più nemici ereditari e che nel futuro delle Alpi non ci sono più guerre, riesce non solo difficile ricostruire il percorso qui disegnato ma perfino astruso, innaturale. E invece per gran parte dell’800, per la prima del secolo scorso quel percorso germanofono operò come una spina, piccola ma così sensibile, nel fianco della coscienza collettiva trentina tutta protesa all’autonomia nell’esclusivo nome dell’italianità dalla Chiusa di Salorno in giù. Visto dall’altra parte, dal nord, quel corridoio luccicava come la promessa che anche su terre tedesche sarebbe presto fiorito il limone. Nella conferenza si valuterà il ruolo che per il nazionalismo italiano e tedesco rivestirono i germanofoni del Trentino, l’impatto che i nazionalismi ebbero sui germanofoni stessi e le prospettive di questi ultimi in epoca postnazionale, cioè postmoderna.