09.05.07 – Trento – Il Trentino e la tradizione musicale mitteleuropea

Mercoledì 9 maggio, alle 17,30, a Trento, nella «Sala degli Affreschi» della Biblioteca comunale (Via Roma 55) il Centro Studi sulla Storia dell’Europa Orientale organizza una conferenza del ciclo “Il Trentino e la Mitteleuropa”. Antonio Carlini (docente al Conservatorio “L. Marenzio” di Brescia, direttore artistico del Festival di Musica Sacra e della Società Filarmonica di Trento) interviene su “Il Trentino e la tradizione musicale mitteleuropea”. Introduce Massimo Libardi. Il ciclo “Il Trentino e la Mitteleuropa” è organizzato dal Centro Studi sulla Storia dell’Europa Orientale in collaborazione con la Biblioteca Austriaca della Biblioteca Comunale di Trento. Per la vita musicale del Trentino le dinamiche culturali che si sviluppano nel periodo tradizionalmente richiamato dal concetto di “Mitteleuropa” non rappresentano una novità: fino alla metà del Cinquecento dal centro dell’Impero – Vienna come tutto il Tirolo del Nord e la Baviera – provenivano musicisti, musiche, strumenti, rituali e consuetudini applicate abitualmente nel Principato. Il rapporto con il “centro” dell’Europa, predominante fino all’epoca del Clesio, rimarrà poi sempre ben visibile nei secoli seguenti, però sempre più contrastato dai modelli italiani. La regione, ad esempio, rimarrà praticamente impermeabile alle forme liriche e teatrali del mondo tedesco – comprese quelle universali elaborate da Mozart, mai rappresentate nel Trentino fino al Novecento (anche per una semplice questione funzionale di lingua) –, accogliendo invece a piene mani ogni genere d’intrattenimento e gli esempi più “leggeri” della musica strumentale. I rapporti con i paesi centrali dell’Europa si fanno più intensi nel Settecento, tanto da prefigurare un vero e proprio anticipo dell’epoca “mitteleuropea”. Le storie politiche e parentali di tante famiglie trentine – si veda, ad esempio, oltre a quelle più conosciute dei Wolkenstein, Thun, Firmian o Lodron, quella dei Buffa di Castellalto – fanno gravitare naturalmente le abitudini quotidiane verso modelli europei. Diventa così naturale integrare gli archivi musicali domestici con le musiche degli autori austriaci, boemi, tedeschi, polacchi, ecc. più alla moda nei palazzi di Vienna, Monaco o Praga. Le cronache dei sei passaggi della famiglia Mozart attraverso il Principato fra il 1769 e il 1771 non sono, così, il diario di un percorso obbligato per chi voleva conoscere la cultura italiana (come sarà essenzialmente per Goethe e Heine), ma un riassunto concreto dei profondi legami anche professionali e produttivi del nostro territorio con il mondo tedesco. L’assorbimento del Principato nell’Impero, all’inizio dell’Ottocento, rende questo rapporto perfino necessario e obbligato considerando la sensibile presenza sul territorio di funzionari e ufficiali di cultura-madre tedesca. I segni più significativi di questo sguardo verso il centro dell’Europa sono forse da ricercare all’interno dei Kurorte, quei luoghi di cura e di soggiorno che, istituiti in centri climaticamente affascinanti come Arco, Riva del Garda (e poi Roncegno, Levico, Madonna di Campiglio, Rabbi ecc.), attraggono un alto numero di ospiti cosmopoliti. Qui, per rallegrare gli ospiti, vengono organizzati intrattenimenti musicali fra il 1890 e il 1911 veniva istituita un’orchestrina di venti elementi guidata da Enrico Zanolli che si esibiva, alternativamente, nella stazione di cura di Gluchenberg (Stiria). Il soggiorno degli ospiti era però allietato anche da altri complessi, attivi saltuariamente in caffè ed alberghi, provenienti anche da Praga, Trieste o dalla Baviera. Felice simbolo, soprattutto creativo, di questo mondo spensierato ma non privo di una vena melanconica, è il mandolinista Giacomo Sartori (1860-1946), non a caso definito “il Lehar del mandolino”. Fra tanti ospiti che il Trentino accoglie nei brillanti decenni a cavallo fra il XIX e il XX secolo, possiamo segnalare la presenza di Ferrucio Busoni e pure di Johannes Brahms, compositore capace di attirare nella propria cerchia d’influenza alcuni compositori attivi a Trento come Raffaello Lazzari (1845-1924); ma al mondo tedesco farà pure riferimento tutta la stirpe degli Anzoletti, fino a Marco (1867-1929), fratello della poetessa Luisa. Un insieme articolato quindi di relazioni che si possono anche verificare nel senso inverso, con un Guido Arnoldi (1896-1958) attivo a Brno, Dresda, Reichenberg e soprattutto Praga.