23-24.10.10 – Vicenza – Laboratorio teatrale sul Teatro dell’Oppresso

Siete invitati/e al Laboratorio teatrale sul Teatro dell’Oppresso che si svolgerà a Vicenza sabato e domenica 23 e 24 ottobre 2010. La proposta si rivolge a tutti/e coloro che desiderano conoscere e sperimentare in generale le tecniche del Teatro dell’Oppresso, quindi educatori ed educatrici, insegnanti, studenti e studentesse(maggiorenni), volontari/e, psicologi/ghe, genitori…
Gli strumenti di lavoro saranno i Giochi/Esercizi, il Teatro Immagine, il Teatro Forum. Per una descrizione più dettagliata degli strumenti e delle tecniche utilizzate, leggete il file allegato. L’approccio non direttivo tenderà a far emergere risposte dai/lle partecipanti piuttosto che dal formatore, il tutto in un clima di ascolto e accoglienza.

Obiettivi del percorso: 1) Presa di coscienza rispetto a se stessi/e e alla relazione col proprio ambiente (persone, istituzioni, lavoro, ecc.) e col proprio ruolo (figlio/a, coniuge, collega di lavoro, ecc.); 2) Elaborare nuove forme di comunicazione “efficaci” non solo attraverso la verbalizzazione, ma anche attraverso il linguaggio del corpo; 3) Esplorare situazioni, vissuti, strategie di comportamento proprie ed altrui grazie alla metodologia attiva oltre che alla ricchezza e all’esperienza del gruppo, con attenzione particolare a quelle situazioni di vita che sono vissute o ricordate come conflittuali, oppressive, perdenti; 4) esplorare altri modi di essere nel mondo, oltre quello appreso, tra i quali reperire qualche cosa di utile per la propria evoluzione; 5) Sperimentare attivamente, grazie alla “prova in scena”, soluzioni possibili rispetto alle situazioni vissute come oppressive.

Il laboratorio sarà tenuto da Fernando Angelucci, impegnato nel settore educativo da oltre 25 anni. Negli ultimi 15 anni si è formato nell’ambito di importanti approcci educativi e terapeutici come il Training sulla Nonviolenza, il Teatro degli oppressi, il Massaggio Bio-Energetico, le Costellazioni familiari, la Bio-Psicosomatica dei comportamenti e delle malattie. Attualmente si occupa di formazione e supervisione principalmente nel nord Italia e di progetti educativi nel comune di Reggio Emilia e provincia, utilizzando un approccio multimodale.

Il laboratorio si terrà a Vicenza, in data 23 e 24 ottobre 2010 presso l’Istituto Saveriano Missioni Estere, di Viale Trento 119, per un totale di 12 ore di lavoro così distribuite: sabato 15.00-19.00, domenica 9.00-13.00 e 14.30-18.30 (l’orario della domenica potrà essere concordato diversamente con i/le partecipanti). Dalle 13.00 alle 14.30 di domenica pausa pranzo in autonomia o, per chi vuole, assieme presso una pizzeria della zona.

Il costo del laboratorio è di euro 100. I proventi del corso andranno a sostegno di Un Mondo Senza Guerre www.mondosenzaguerre.org

Si raccomanda davvero vivamente ai/alle partecipanti un abbigliamento pratico e comodo!

Per informazioni e/o iscrizioni: Cristina, tel. 0444.912685 – email: [email protected]

Laboratorio teatrale IL TEATRO DELL’OPPRESSO

I GIOCHI sono strumenti che accentuano l’aspetto ludico, cioè l’esplorazione di più ricche possibilità comunicative con l’altro (rappresentano il dialogo).
GLI ESERCIZI Sono strumenti che consentono di acquisire una conoscenza più profonda del proprio corpo e una maggiore capacità introspettiva (rappresentano il monologo).

IL TEATRO IMMAGINE introduce al linguaggio analogico. Viene eliminata la parola e la sperimentazione comunicativa viene agita e letta mediante le immagini create col corpo.

IL TEATRO FORUM permette di agire il conflitto. I partecipanti portano al culmine l’oppressione per poi interrompersi. Da questo momento inizia la ricerca delle possibili soluzioni grazie al contributo di tutti i partecipanti.

Questa metodologia è stata messa a punto dal regista Augusto Boal, brasiliano, negli anni sessanta ed è diffusa in tutto il mondo come strumento di coscientizzazione. Si ispira alla Pedagogia degli oppressi di Paulo Freire.

Utilizza il teatro come mezzo per arrivare a sperimentare con consapevolezza conflitti o oppressioni personali.

L’azione teatrale non si preoccupa tanto del lavoro estetico dove generalmente attore e spettatore restano divisi, ma punta ad un’esperienza in cui le parti, scambiandosi il ruolo e i saperi, creano un percorso di esplorazione dei propri conflitti nell’ottica di individuare strategie per affrontarli.
Non è un teatro per diventare attori perché nella filosofia di Boal l’essere umano è ATTORE, ne deve prendere solo consapevolezza per agire.

L’approccio non direttivo tenderà a far emergere risposte dai partecipanti piuttosto che dal formatore, il tutto in un clima di ascolto e accoglienza.