07.04.09 – Verona – «Il conservatorismo contemplativo dei “Vecchi credenti” russi»

Università degli Studi di Verona (Dipartimento di Anglistica, Germanistica e Slavistica) vi invita Martedì 7 aprile alle ore 17.30 in aula 2.5 della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere all’incontro con i Proff. p. Sergij Macnev (Vologda) ecclesiologo, e Lidija Gavrjušina (Accademia delle Scienze della Fed. Russa) terranno una conferenza (in russo) sul tema:
«Il conservatorismo contemplativo dei “Vecchi credenti” russi.

Nell’occasione saranno intonati alcuni esempi di canti spirituali e liturgici raccolti dalle tradizioni dei “Vecchi credenti”

P. Sergij Macnev è parroco della comunità ortodossa dei “Vecchi credenti” del villaggio di Demino (regione di Vologda).

P. Sergij è ecclesiologo, storico delle chiese dei cosiddetti “Vecchi credenti”, studioso di canto liturgico e di versi spirituali. In 20 anni di ricerche è stato in più di 200 comunità di “Vecchi credenti” di diversi orientamenti in Russia, compresi gli Urali e la Siberia, Ucraina, Moldavia, Bielorussia, Lettonia, Lituania, Estonia, Polonia, Romania e anche Italia. P. Sergij ha fondato una vasta fonoteca di liturgia, versi spirituali e racconti di “Vecchi credenti”.

M. Lidija Gavrjušina è studiosa dell’Istituto di Slavistica dell’Accademia delle Scienze della Federazione Russa, specialista di agiografia antico-serba e di cultura tradizionale dei “Vecchi credenti”.

Padre Sergij Macnev e sua moglie Lidija hanno dedicato concerti e conferenze al canto liturgico e spirituale dei “Vecchi credenti” in diverse città europee. In occasione della conferenza, ci offriranno alcuni esempi di interpretazione di duchovnye stichi (“versi spirituali”) da loro raccolti in occasione di diverse spedizioni etnomusicologiche fra le comunità più isolate dei “Vecchi credenti” russi.

Il fenomeno dei “Vecchi credenti” (Staroobrjadčestvo) si sviluppò in seguito al traumatico scisma che scosse il cristianesimo ortodosso russo nel XVII sec.: una parte consistente del clero e della popolazione russa non accettò le riforme ecclesiastiche imposte dal patriarca Nikon, volte a modernizzare la chiesa e i suoi rituali, e da questo rifiuto sorsero variegate comunità religiose indipendenti, dette appunto di “Vecchi credenti”, che continuarono a professare l’ortodossia in forme arcaiche. Queste comunità sono sopravvissute sino ad oggi nonostante le persecuzioni a cui furono ripetutamente sottoposte. Il più famoso e autorevole rappresentante dei “Vecchi credenti” è il protopope Avvakum, autore di una Vita di Avvakum scritta da lui stesso che è considerata fra i capolavori della letteratura russa del ‘600.