“La discussione sulle mutilazioni genitali femminili rischia di oscillare tra un integralismo tipicamente occidentale di chi vede da questa parte del mondo i soli valori di civiltà accettabili e la volontà di chi invece teorizza una coabitazione tra differenze immutabili per farle permanere in un indistinto culturale che, di fatto, riafferma la “nostra”superiorità. E’ quanto hanno dichiarato Elettra Deiana e Tiziana Valpiana, rappresentanti il Gruppo di Rifondazione Comunista nelle Commissioni Giustizia e Affari Sociali della Camera per l’esame della proposta di legge sul divieto delle mutilazioni sessuali – Siamo consapevoli che l’incontro tra culture solleva molte delicate questioni, per le quali è necessario avere un approccio rispettoso delle differenze e delle culture ma netto e intransigente per quanto inerisce i diritti fondamentali della persona a partire dal diritto all’integrità del proprio corpo. Nel caso delle mutilazioni è in gioco il diritto-dovere dell’inviolabilità del corpo, un diritto planetario e universale, che non può essere sacrificato in nomi di nulla, neppure di appartenenze culturali storicamente datate. Dalla conferenza del Cairo su popolazione e sviluppo alla conferenza di Pechino sulle donne, l’abolizione delle mutilazioni genitali femminili è stata assunta come obiettivo che – hanno ricordato le deputate – deve vedere l’impegno dei Governi degli Stati sottoscrittori i principali trattati sui diritti umani, in particolare del diritto alla vita ed alla salute, garantiti dalla Convenzione internazionale dei diritti umani, della Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia e della Convenzione per l’eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le donne. In Italia, inoltre, il diritto all’inviolabilità del corpo è garantito dalla Carta Costituzionale e dall’ordinamento giuridico. Su questo tema e sul corpo delle donne – hanno concluso le deputate – non ci possono essere sconti”.
[On. Tiziana Valpiana - On. Elettra Deiana • 23.02.04] “La discussione sulle mutilazioni genitali femminili rischia di oscillare tra un integralismo tipicamente occidentale di chi vede da questa parte del mondo i soli valori di civiltà accettabili e la volontà di chi invece teorizza una coabitazione tra differenze immutabili per farle permanere in un indistinto culturale che, di fatto, riafferma la “nostra”superiorità...