23.01.09 – Vicenza – Tibet e adozioni a distanza

Ma dopo la fine dei giochi olimpici, possiamo noi dimenticarci del Tibet, una parte del mondo così sofferente e così in cerca di una sua identità? Tanto più che questa ricerca è eguale alle difficoltà di tante “idealità minori” che fanno parte della storia attuale. Il 23 gennaio presso la cooperativa Insieme (tel. 0444511562) in via Dalla Scola 255 a Vicenza alle ore 20,30 ci darà la possibilità di ascoltare attraverso i racconti e la testimonianza di Ombretta Ciscato, presidentessa di Sidare, l’operato di una associazione che si occupa delle adozioni a distanza di bambini rifugiati in India e residenti nel monastero «The Bir Sakya Lama’s School».

«Abbiamo dato vita a questa associazione – spiega Ombretta Ciscato per poter realizzare progetti in favore del popolo tibetano e indiano. Alcuni bambini tibetani non possono accedere alle scuole perché non riescono a versare la piccola retta che viene loro richiesta. Per qualcuno, poco è tanto! Ogni bambino ha una storia di povertà da raccontare: le bambine spesso vengono salvate da un precoce matrimonio imposto loro all’età di 13-14 anni. I maschi fin da piccoli devono provvedere al sostentamento della famiglia chiedendo la carità o lavorando, piuttosto che frequentare le scuole. Abbiamo visto dei bambini piccoli durante il pasto a scuola che mettevano in tasca il kitchri (una specie di risotto) per i loro fratellini, altri arrivano a scuola senza la divisa (un maglione rosso per l’inverno) perché era stata venduta per comprare del cibo. Da ogni mio viaggio in India porto casi di bambini o famiglie con particolari necessità di aiuto e passando parola tra amici e conoscenti si attiva l’aiuto a distanza. Ogni progetto viene seguito personalmente: mi reco sul posto e verifico che i fondi siano ben spesi. Le condizioni di vita in India sono drammatiche. E’ il paese con maggior numero di bambini poveri in Asia. Il 75% dei bambini ha genitori che guadagnano meno di un euro al giorno, il 25% delle famiglie ha più di 5 figli e il tasso di analfabetismo è pari al 68,5% . I servizi sanitari sono carenti e chi non può permettersi le strutture private deve vendere tutto ciò che ha o chiedere prestiti per farsi curare».
«Nonostante la ferrea chiusura dei confine con il Nepal operata dal governo cinese, attraverso gli alti valichi sono riusciti a fuggire quest’anno 300 bambini, mentre nel 2006 e nel 2007 ne erano fuggiti 800 circa all’anno. Arrivano privi di tutto senza genitori e accompagnati da una guida tibetana. Alcuni hanno solo 6-7 anni. Il primo centro di registrazione dei profughi, organizzato dal Governo Tibetano in esilio è a Katmandù, capitale del Nepal. Da qui vengono mandati al centro di registrazione e di prima accoglienza a Dharamsala, luogo in cui gli operatori incaricati decidono dove è meglio inviare questi bambini. Queste attività non si sosterrebbero senza l’aiuto internazionale: si cerca quindi di far adottare da un genitore a distanza ogni bambino. La difficoltà maggiore è far adottare i giovani e gli adolescenti. Si tratta di una vera emergenza: questi giovani o adolescenti arrivano senza nulla e privi di istruzione di cui necessitano per avere poi un lavoro».

Per saperne di più sull’associazione Sidare di Pianezze di Vicenza vi invitiamo a scrivere a Ombretta Ciscato ( [email protected]) e naturalmente venire all’incontro del 23 gennaio.