Mauro Carbone e Alessandra Pantano presentano il libro di Jan Patočka «Saggi eretici sulla filosofia della storia» venerdì 10 ottobre alle 18 nella sala conferenze della Fondazione Centro Studi Campostrini. Pensare ereticamente al passato per poter pensare al futuro è l’eredità dell’insegnamento di Jan Patočka. Parola di Mauro Carbone, professore di Estetica contemporanea nell’Università degli Studi di Milano, che presenterà il libro dell’autore cecoslovacco “Saggi eretici sulla filosofia della storia” edito da Einaudi, venerdì 10 ottobre alle 18 nella sala conferenze della Fondazione Centro Studi Campostrini di Verona in via Santa Maria in Organo, 4.
Mauro Carbone, esperto di fama internazionale del pensiero fenomenologico e post-fenomenologico di ispirazione francese, sarà affiancato da Alessandra Pantano dell’Università di Verona, specialista del pensiero di Jan Patočka, che ha studiato anche mediante alcuni soggiorni nell’Archivio Patočka di Praga. Il dibattito sarà moderato da Davide Assael, ricercatore della fondazione scaligera.
Jan Patočka , allievo di Husserl e Heidegger e tra i maggiori interpreti del pensiero fenomenologico, scrive i “Saggi eretici” negli anni successivi alla repressione degli esperimenti democratici condotti nel 1968 durante la Primavera di Praga, pubblicati poi clandestinamente nel 1975 in poche copie dattiloscritte, e muore nel 1977 sotto la pressione degli estenuanti interrogatori della polizia cecoslovacca agli ordini di Mosca. Con questo libro, Patočka pronuncia con coraggio l’idea che deve esistere una “solidarietà tra gli scampati” nella persecuzione e nell’incertezza, là dove si è direttamente esposti alla pressione del potere. Questa solidarietà è l’unico fattore in grado di dire “no” a tutte le misure di mobilitazione che mirano a eternizzare lo stato di guerra e a governare non solo i corpi ma anche le anime.
“Il libro riconduce ai tragici e spesso scomposti travagli del Novecento e alle loro più profonde radici e dinamiche”, spiega Mauro Carbone. “Come pensare gli accadimenti umani collettivi dopo l’annuncio nietzscheano della morte di Dio, dopo due guerre mondiali e l’infamia della Shoah, dopo il tragico e definitivo fallimento delle grandi narrazioni con cui si era cercato di dare a quegli accadimenti un rassicurante senso complessivo? I “Saggi eretici” rispecchiano la responsabilità dell’autore, una responsabilità che investe l’essenza stessa e l’avvenire di una politica europea”.
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