La Fraternità spegne le sue prime 40 candeline. Da 40 anni segue i detenuti, le loro storie, i loro tormenti e cerca di aprire loro un orizzonte senza sbarre. In occasione del suo quarantesimo compleanno l’associazione propone una serie di importanti iniziative: prima fra tutte la tavola rotonda che si terrà l’8 maggio alle 17.30 nella sala conferenze della Banca popolare in via San Cosimo 10 a Verona.
Lo spunto arriva dalla recente pubblicazione di Carceri e pene nella storia di Verona, un testo di Erika Speri e Francesca Viviani, fortemente voluto dalla Fraternità per ripercorrere luoghi e spazi di detenzione nel corso della storia della città scaligera. Il punto di vista che verrà proposto durante la tavola rotonda sarà quello di chi, quei luoghi, li ha vissuti in prima persona. Dagli Scalzi al Campone fino a Montorio, la Casa circondariale di Verona verrà guardata non più con prevalente attenzione agli ordinamenti e alle strutture, quanto alle persone che – con differenti ruoli e motivazioni – hanno abitato quegli spazi, e al rapporto con la città, all’evoluzione delle povertà e della criminalità, all’indifferenza o alle forme d’intervento della comunità locale, civile, istituzionale, ecclesiale.
Un ottimo pretesto per ripercorrere anche la storia dell’associazione con i protagonisti dei 40 anni trascorsi: primi fra tutti il fondatore Fra’ Beppe Prioli e i volontari della Fraternità e della Sesta Opera Glauco Pretto e Lorenzo Antonini, per continuare con don Sergio Pighi e Giuseppe Malizia, ex cappellani del carcere, il dott. Mariano Alviggi, Magistrato di Sorveglianza nel primo periodo della riforma dell’ordinamento penitenziario, Franco Ricciardi, per molti anni comandante della polizia penitenziaria, e qualche ex detenuto che vorrà partecipare alla serata.
L’incontro, coordinato dalla giornalista di Telepace Marina Zerman, sarà utile anche per raccogliere esperienze e riflessioni da riportare al convegno nazionale che, dal 15 al 18 maggio, vedrà festeggiare i quarant’anni di attività all’isola d’Elba, dove fra Beppe ha incontrato per la prima volta un detenuto e dove ora i vari responsabili e volontari dell’associazione cercheranno di ripensare e raccontare cosa è cambiato in questo periodo.
Nessuna pretesa di essere esaurienti o di tracciare una pagina di storia, se non quella di ricostruire il senso, la probabilità di una direzione, anche alla luce del nuovo fenomeno del sovraffollamento – che ha ormai raggiunto le cifre precedenti all’indulto e si appresta a superarle, sia a livello locale che nazionale – e di tragici episodi come il recente suicidio del detenuto rinchiuso a Montorio.
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